Cambi di programma

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Alcuni autisti dormono in auto. Li ho guardati mentre fumavo l’ultima sigaretta della sera, seduto e sudato davanti all’ingresso del nostro hotel.
Li ho guardati non capendo o forse solo non accettando, pensandoci su e passando la mia mano ancora profumata delle spezie della cena sul mio viso madido, e riavvolgendo il nastro del giorno.
Ho pensato che Simpson ha la fortuna di alloggiare in una stanza condivisa con altri guidatori, qui nel sottotetto, mentre alcuni altri dormono sghimbesci in auto: posizioni così distorte da sembrare una delle loro statue nel tempio.

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Pondicherry

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Simpson guida deciso sfidando gli automobilisti indiani a suon di clacson e sorpassi a vita persa: a volte pare di essere nei film americani dove giovani spacconi rischiano un incidente frontale per gareggiare a chi sarà l’ultimo a sterzare. La regola è che nessuno rallenta , al massimo si suona e si l ampeggia ma nessuno toglie il piede dal gas: Manu dorme, io sudo freddo un paio di volte.

A volte si nnescano duelli di clacson con altri taci e nel disordine stradale si schivano mucche e capre a piede libero per rendere l’oltraggio di un soprasso prima subito: il tutto blaterando con me rispetto a politiche agricole, fatti internazionali, religione.

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Auroville

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La serata a Mamallapuram è stata diversa da come immaginavo.
Diretti al ghetto dei viaggiatori ci siamo fermati in un negozio di statue dove fuori un indiano volenteroso scolpiva rumorosamente.
Il proprietario mi ha chiamato attratto dalla mia maglia: Tiger beer, from Thailand.
Iniziare a parlare è più che facile, smettere un’impresa. Qualche aneddoto su Shiva e Ganesh sui quali mi ha trovato preparato, confronti sulla situazione dei confini marittimi e la questione dei pescatori del Kerala uccisi, forse, dai nostri soldati ancora detenuti a nuova Delhi.

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Mamallapuram

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Niente di emozionante a Chennai, fatto confermato anche dalla guida da leggere.
Così si decide per una visita al tempio Hindu di Kaapaleeshwarar dedicato a Shiva. Torre multicore composta da statue di varie divinità all’ingresso, giro interno ( ricordate, in senso orario) e necessariamente senza scarpe per il godimento del guardiano delle scarpe poco più avanti: mancia di 20 rupie, circa 20 centesimi di euro.
Cattedrale si San Tommaso, si, l’apostolo dubbioso: poco da notare se non il fatto che i quadri degli apostoli sembrano raffigurare divi dei fotoromanzi anni 70 con barbe cesellate, appuntite, capelli impomatati e bei sorrisi imbonitori.

Secondo leggenda in questa cattedrale è presenta la prima tomba dell’apostolo morto per martirio su una vicina collina (al tempo città, oggi quartiere della città).

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Chennai, che il sud abbia inizio

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Il viaggio, pur senza motivi reali, ci ha caricati di ansie ed aspettative.
Il tempo in volo, speso fra film ed appunti da leggere ha stemperato via via un clima stupidamente introverso del quale ho saputo parlare a fatica.

La sosta in Germania forse è il vero inizio del viaggio.
Da Francoforte in poi l’India e gli indiani si manifestano a suon di rutti ed odori di pasti speziati ai quali la compagnia tedesca si piega dopo i convenevoli ed i classici salatini di benvenuto.

Chennai, anche se vista a notte fonda pare più organizzata se paragonata a new delhi e molto meno caoitca. Nelle spaventose virate le ali dell’aereo paiono quasi toccare il mare che ci separa dalla pista di atterraggio e grosse chiazze di buio intervallano i gruppi delle anemiche luci dei “quartieri”.

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