Finlandia, capire viaggiando

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Alcuni punti fermi:

I finlandesi hanno parole lunghe ed impronunciabili, usano troppe k ed in questa regione Dei laghi la cucina è basata al 90% sul coregone come in effetti un ubriacone mi ha poi spiegato uscendo, barcollando, dal ristorante di stasera.

Ho creato una playlist di musica finlandese talmente ben fatta che così tanto folk ha fatto da richiamo per le renne che ora spadroneggiano in mezzo alla strada guardandoci in maniera pure piuttosto spavalda!

Alci ancora nulla invece ma ho scoperto Kari Tapio che è tipo a metà fra Claudio Villa e Toto Cotugno dal quale, fra le altre cose ha copiato “l’italiano” riadattandola al finlandese, divenendo famoso e chiudendo ogni esibizione con quella. Il tipo ha poi attinto ad altri folk italiani tipo romaneschi con Lando Fiorini e “cento campane” e Renzo Arbore.

Per evocare il passaggio delle renne dovrò proseguire nella playlist, è chiaro.

La regione dei laghi

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Il sole è già alto che la notte non è ancora finita, biondissimi bambini senza l’apprensione delle mamme pedalano su strade semi deserte.
Non è il periodo giusto per il sole di mezzanotte ma le ore di luce sono comunque molte di più che a casa

Un cielo di un azzurro vivace ed il fresco di prima mattina ci sferzano smuovendoci dal torpore del viaggio e del sonno frettoloso; in aeroporto il ritiro auto va senza problemi visto che chiunque qui parla inglese.
Una Skoda, noiosissime strade e limiti di velocità che non ricordavo così rigidi né bassi: le prime ore scorrono lente sfilando eleganti e magrissimi abeti rossi nudi per la maggior parte del tronco.  Continua a leggere….

Verso Helsinky

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Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, affrontando solo i fatti essenziali della vita, per vedere se non fossi riuscito a imparare quanto essa aveva da insegnarmi e per non dover scoprire in punto di morte di non aver vissuto.

Un volo praticamente vuoto, un servizio algido ma efficiente, un paio di puntate su Netflix e così le luci di Helsinki già spuntano sotto la pancia di ferro del piccolo aereo. L’aeroporto è asettico e silenzioso, vuoto di passeggeri ed inservienti, vigilanti. Sono chiusi perfino i negozi: eccola la prima Finlandia che ci accoglie.
È tutto pulito ma vuoto, silenzioso che pare qualcuno dorma, qualcuno che però non puoi vedere visti i corridoi deserti, i soli cartelli a dare indicazioni. Il coronavirus non c’entra: questo è il paese più scarsamente popolato dell’Europa ed uno fra quelli più organizzati e rispettosi. Non c’è bisogno di usare mascherine a meno che non si sia in luoghi affollati che praticamente pare non esistano per definizione visto che anche ai nastri per il ritiro bagagli non si è più di 30.  Continua a leggere….


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