Stamattina una pioggia calda insabbia l’aria e pian piano confonde fino a seppelirlo un risveglio stentato. Queste gocce che sembrano di sabbia sporca, gonfie di un afa che promette il suo arrivo, mi fanno venire in mente il Vietnam e quella pazienza dei bufali sotto la pioggia, quella fanghiglia figlia delle mattine operose dei contadini, quelle vecchie foto di guerra con i soldati stanchi e scavati in viso, quelle scene dei film mediati dalle righe di qualche inviato come Herr. Continua a leggere….
Mentre aspetto di poter sistemare l’ennesima bozza, stavolta maturata viaggiando per, in, da Monaco di Baviera, mi viene in mente che non ho ancora fatto propositi per quest’anno.
Voglio scattare meno foto e conservare più immagini, litigare con chi sbaglia certe parole, ripetere spesso, anche in maniera estemporanea (appena fatto!), quelle che pare abbiano un gusto e che siano così importanti da riempire la bocca come fossero un grosso boccone, un mattone di cioccolata.
Comprare Nesquik, tornare a cucinare con più calma, giocare qualche partita a pallacanestro senza sentire il bisogno di sputare i polmoni, fumare più sigari e meno sigarette, abbracciare mia madre, comprarle dell’aranciata amara senza spiegarle perché. Continua a leggere….
Quest’anno me lo sono ricordato (leggerete il 25/03/2013 ma vi scrivo dal lontanissimo 14/03/2013) a differenza degli scorsi.
Beh? Boh !
Alex Sbordoni è morto, forse, o combatte fra la vita e la morte, Reginald Montecristo è morto sicuramente e questa frase la capiranno in pochi.Chi arriverà dopo? Ho più anni di Gesù, qualche miracolo ancora e saremo pari su tutto, anzi forse vado anche in vantaggio.
Mio padre si sposò e costruì tutto quando aveva 34 anni. Si, tutto, tutto quello che oggi noi suoi figli stiamo distruggendo.
Devo fare un lungo viaggio, devo allontanarmi, indossare scarpe per camminare, senza pensare al colore o modello, sfoltire la selva di libri che no ho letto e che dormono sul mio comodino, riparare la Vespa di Gianvincenzo: io ne ho bisogno, non voglio, io devo: penso sia così, penso sia un bisogno, un’urgenza interiore.
Massimo (34 anni)
P.s. nell’ultimo fotogramma del video, Moretti, entra nel corridoio dei laboratori dell’ITIS Galileo Galilei di Roma: scuola che ho frequentato, corridoio che ho corso, vissuto, occupato, ridipinto, studiato e rimpianto.
L’inconstistenza dei marshmallow, l’energia elettrostatica accumulata sugli scivoli, i capelli elettrizzati da quella e da una coppetta gelato da farsi cadere per un terzo sulla maglia pulita. È il nostro sabato pomeriggio. E mi piace.
Uno dei più ampi studi mai svolti: quasi 400.000 persone seguite per 20 anni. Chi assume quotidianamente multivitamine non ha un rischio ridotto di morte per qualsiasi causa. Segnalato un rischio di mortalità più ⬆️ del 4% tra chi usa integratori nei primi anni di follow-up. 1/2