Salire, discendere, capire

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risaia thailandese

Quando si accosciò nell’umido degli steli delle piante del riso, riuscì a sentire perfettamente il rumore di fango annacquato. Il suo piede, sprofondava nel terreno succoso.

La salita dura di un paio d’ore gli aveva sballato il cuore e gli fece sentire il collo turgido e gonfio. Passandosi una mano sul viso madido di sudore rifiatò e si pensò rosso in viso, annusando l’aria rinfrescata dalla pioggia del Monsone.

Dal picco dell’ultima collina spersa fra le montagne mai viste prima sulle carte in distribuzione all’ufficio turistico, sbucava quella risaia verde e prepotente. Si stagliava decisa nel grigio della nebbia che il caldo umido della Thailandia, mescolato alla pioggia, aveva creato. Continua a leggere….

Tu sei

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lonely lips

Tu sei.

Tu sei la mia barba, il profilo delle mie labbra, disegnato lento dalle tue dita,

la mia voce impacciata che ti chiama Tesoro.

Tu sei le mie mani,

gli occhi grandi che ascoltano le favole, quelli lucidi che comprendono l’emozione del ricordo di mio padre,

un viaggio lontano, Continua a leggere….

Temporali inconsolabili

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caleidoscopio

E poi prendi l’ultimo metrò, lagnandoti di non essere solo e del rumore delle risate di 4 ragazze feliciNonSoPerché.

L’adduttore del giocatore adduce troppo oppure poco, fatto sta che fa male e…il ghiaccio no, il massaggio no, ATTENTO!

Allora timeOut, timeOut, e t’organizzi in sghimbesci simboli e linee che vanno intrecciandosi rendendo oblunghe, dal dubbio, le facce dei tuoi giocatori. Un pensiero complicato estrinsecato in una sorta i progetto, più un intento và.. Un po come al lavoro : “mi faccia un progetto“, “Si ma…un software che faccia cosa?”, “lei faccia delle ipotesi”. Continua a leggere….

Innamorare

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I-Was-Falling-In-Love

Mi sono innamorato di te stamattina.

Mi sono innamorato di te quando ho sentito l’odore del sonno della tua notte, sugli abiti, quando ho capito la tua fretta d’uscire di casa, vomitata fuori come fossi un’estranea dalle stesse mura che invece, di notte, ti contengono.
Ho sentito il respiro affaticato d’una bocca chiusa che non parla da un paio d’ore, zittita e svogliata dal sonno.
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Aix

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Aix en provence sa qualcosa da molto tempo prima di me, qualcosa che io ancora non so riconoscere alla perfezione ma che riesco a sentire fra quelle piccole strade.

E’ un posto esperto di giovani e delle loro storie, ne ha tutta l’aria;  continua a ricordarmelo in ogni scena che vivo camminando, soprattutto attraversando il piccolo passaggio che collega il corso alla piazza. Continua a leggere….

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