Ago 05
MassimoRacconti buco serratura si vede cupola san pietro, Cannonbal Adderley, circo massimo, colonna traiana, colosseo, delhi, effetto ottico roma via piccolomini, fontanone gianicolo, foro romano, massimo soldini, miles davis kind of blue, notti a roma, piazza campidoglio, piazza venezia, teatro marcello, varanasi, whatsApp

Ci sono notti che sembrano infinite e perfette. Io ne ho vissute parecchie e mi sento fortunato.
Roma è un teatro perfetto per quelle notti. Edu e Reme sono arrivati qui a Roma. Li conobbi all’aeroporto di Varanasi dopo un volo in perenne ritardo da Delhi.
Incrociammo sguardi consapevoli aspettando che il volo partisse, nelle ore infinite in sala d’attesa dopo la partenza più volte rimandata: fu un po’ come capire d’istinto che eravamo viaggiatori simili.
Ci conoscemmo dividendo il taxi verso lo stesso albergo che il caso ci aveva prenotato: in inglese, poi scoprendo fossimo italiani, in italiano, visto gli studi di Edu. Dividemmo i giorni a Varanasi, esperienza bellissima raccontata qui sul blog. Continua a leggere….
Ago 03
MassimoSindromi massimo soldini, miles davis, sindrome del bilancio veloce, sindromi, tempo che scorre

Come quando è venerdì pomeriggio d’estate e l’ufficio si è svuotato. Così ho fatto una ronda fino giù al distributore del caffè, mentre Miles Davis suonava tranquillo di là nella mia stanza.
Passando davanti alla stanza di Vale ho sentito l’odore dei bicchieri che all’asilo contenevano i pastelli colorati: è chiaramente quello stesso e facendo finta di niente, camminando ancora, ho rivisto me stesso fra quei corridoi della scuola. Ho rivisto gli attaccapanni bassi, appesi lungo i corridoi fuori dalle classi; ho rivisto tutte le piccole giacche appese lì: oggi non funziona più così e gli attaccapanni sono dentro ogni classe perché il mondo è più brutto e le persone malfidate. Continua a leggere….
Lug 31
MassimoRacconti alloro, combat folk, concerti in piazza, erba tagliata, estate roma, estate romana, folk, fontana gianicolo, gabriella ferri, indie rock, lungotevere, massimo soldini, rumore di cicale, temporale estivo, trastevere, vespa

C’era l’estate a Roma, l’estate classica, diversa da questa che da quando ho memoria è la più la fredda e piovosa, diversa da quella classica e rassicurante che aspettavamo.
L’estate di Roma è nei concerti lì nei parchi, nelle serate alle ville comunali tirate a lucido; l’estate è nel prolificare dei cartelloni dei concerti dei gruppi indie rock, alternative rock e combat folk; in tutti i capelloni vecchi e nuovi, nelle bancarelle attorno Castel Sant’Angelo, piene zeppe di libri illeggibili, in quelle rionali che vendono soprammobili in plastica riciclata e tutte quelle altre cose che finisco per comprare perché convinto, accecato della loro estrema bellezza: tutti oggetti che immancabilmente finisco sempre per non usare. Il punto è che lì per lì, sul posto intendo, tutto quello mi fa sentire bene, come immerso in una atmosfera di rinnovamento positivo, di cambio di marcia, e di leggerezza. Continua a leggere….
Lug 23
MassimoLoretta gomma pane, loretta, massimo soldini, odore ricevute fiscali, odore supermarket, odori, piacere, riserva, sfibrati dal piacere, sinestesia, toscano originale

Ecco, dell’odore delle ricevute fiscali, di quello della gomma pane, non ti ho parlato.
Dell’odore del pepe appena macinato, quando cucino e mi fermo ad occhi chiusi ad annusare,
di quello d’asfalto caldo, bagnato da poca pioggia d’estate, qui a Roma.
L’odore di quella mia smorfia a mò di bacio che scocco per annusare i miei baffi se ho fumato un Toscano Originale: tabacco e la mia saliva, mescolati.
Quello persistente dei tuoi baci sulla mia bocca, del sapore della tua saliva con la mia: meravigliosa sinestesia ! Continua a leggere….
Lug 21
MassimoLettere a Sophie, Loretta ballo di s. vito, cobain, il viaggio lungo, kurt cobain, l'odore dell'india, lettere a sophie, massimo soldini, morfeo, pasolini, significato nome sofia, sophie

Dolce Sophie, sono stanco, parecchio: ho appena finito di preparare il mio bagaglio. Ho riordinato tutto e legato, protetto, quel che dovevo.
Dalla camera ascolto i rumori delle poche auto in lontananza: al buio cerco il sonno, prego Morfeo perché arrivi e perché mi porti a domattina, quando poi partirò ancora. Sono eccitato per questo viaggio, tanto da non prendere sonno e da sentire accelerati i pensieri.
Sdraiato a pancia in su le ombre sul soffitto sembrano un grafico piuttosto chiaro e per niente spaventoso: ora riassumo, incasello, ora rivivo un po tutto.
Aveva ragione Cobain, il peggior crimine è l’inganno. Per quanto non riesca a credere a questa tesi sento dentro qualcosa spezzato, tradito: una delusione piuttosto forte per il mancato rispetto.
Che spreco tutto questo, Sophie: che senso ha, ora?
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