Ott 18
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Bagan temples
Quando Marco Polo arrivò qui fu impressionato dal suono delle campanelle e dal fruscio del vento che scuoteva, a suo dire, le vesti dei monaci.
Quel che rimane oggi in questa vasta e magnifica piana è un considerevole numero di templi più o meno conservati nello stato originale.
I terremoti del 1975 e del 2016 hanno messo a dura prova le costruzioni erette in maniera piuttosto approssimativa. Mattoni rossi su un terreno sabbioso, pochissime tracce di malta, strutture a pianta non larghissima ed abbastanza alte, vittime facili dei forti terremoti dell’area.
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Ago 23
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Treno verso Pechino/Beijing
In treno verso Pechino come la chiamiamo in Italia, Beijing come si chiama in realtà, verso Khanbalik (la città del Khan) come la chiamavano i mongoli di Gengis Khan prima e come la chiamarono successivamente i sudditi di Kublai Khan, suo nipote.
Una città il cui nome letteralmente significa “capitale del nord”, una città oggi di certo diversa da quella che vide e visse Marco Polo ma comunque densa di storia e di profumi, di odori e tradizioni mescolate nel tempo e negli usi dei popoli che si sono alternati. Continua a leggere….
Ago 16
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Il volo è andato via lento e calmo, fra un film ed un pasto miniaturizzato, fra un dormiveglia irrequieto e le domande curiose di mia madre sempre pietrificata davanti a chi parla inglese anche si presentasser sorridente.
Ho portato Il Milione, di Marco Polo, lo leggo affamato prima di cercare informazioni sulla guida: dall’Italia alla Mongolia, alla corte del Gran Khan per oltre 15 anni, per poi arrivare qui nell’odierna Cina, un tempo territorio più complesso, suddiviso fra dinastie originariamente cinesi e condottieri appartenenti alle varie casate mongole. Un viaggio che portò qui Polo al seguito di suo padre e suo zio, mercanti lungo la via della seta, esploratori forse più che commercianti. Viaggi di oltre 10 anni, territori pericolosi ed ignoti, deserti, lingue da comprendere. Viaggi così affascinanti oggi come allora, così tanto da seminare in Colombo l’idea di rotte differenti, di nazioni nelle quali espandersi; viaggi così sommariamente descritti da confondere Colombo stesso, morto senza capire dove fosse stato davvero, così complicati da risultare epici anche oggi rileggendo, riprogettando, sognando di arrivare qui passando per Kazakistan e Mongolia, lungo una via che sa di sabbia e di scoperta. Continua a leggere….
Ago 09
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Sono cresciuto veloce come il mais di Melfi, alto e bello, dice mia madre, ma pure un po storto, vi dico io.
Così ogni mattina passando veloci con l’auto per la contrada di Melfi mi godo le piante di mais e mi piace vedere che da un giorno all’altro crescono fino a coprire la visuale, che si può percepire il cambiamento, che dev’essere meraviglioso, per chi quelle piante le ha seminate, vedere il progresso così veloce, ogni mattina.
Panciuti uomini, incanutiti il più delle volte, dal bordo della strada guardano infatti compiaciuti verso la loro piantagione: lance d’acqua innaffiano a centinaia di metri e tutto mi scorre veloce come se avessi premuto ffwd da qualche parte. I colori si striano lungo i finestrini dell’auto, guardando di lato, così che se faccio resistenza al cambiamento cercando di guardare di lato oltre a schiantarmi perché non vedo la strada perdo anche il gusto di quello che invece avrei voluto continuare a guardare: il mais che cresce veloce e che un po’ sa della metafora della mia vita che sono cresciuto veloce per natura e per scelta. Continua a leggere….
Ott 11
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Era il 1937 e Moravia, Alberto Moravia, diretto in Cina, fece sosta in India.
Il racconto di quei giorni finì su un reportage di viaggio (Gazzetta del Popolo del 28/02/1937) . Moravia fu colpito dall’odore dell’India tanto che fu quello il primo tema, l’attacco del suo scritto: “Stupore della prima folata d’aria molle e fetida…”
E’ curioso come lo stesso odore sarà, anni dopo, la componente predominante dello stupore di Pasolini quando, nel 1961 andò in India con Moravia.
Da quel viaggio, al quale si unì Elsa Morante, al tempo moglie di Moravia , nacquero 3 libri, si dice, anche se solo 2 sono quelli pubblicati e conosciuti.
Un’idea dell’India e L’odore dell’India.
Il primo di Moravia, il secondo, curiosamente proprio per quanto detto sopra, di Pasolini. Continua a leggere….