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zagara

E Roma cambiava, velocemente, veloce e macchinosa come i mulinelli che il Tevere gli lasciava vedere da Ponte Milvio. Un movimento oleoso, sommerso, pur senza nascondere nulla: sembrava ci fosse un’anima là sotto, pronta a venir fuori, in subbuglio, intenta a  prepararsi. A tratti cattiva, torva, a tratti purissima e pulita ma laboriosa, ancora intenta.

E lui cambiava con Roma, senza rendersi conto oppure rendendosene, soffrendoci su senza riuscire ad isolare ragioni che gli lasciassero intravedere spiragli di luce chiara al posto di giorni complicati e spigolosi, le regioni delle sue emozioni.

E la sera scendeva lenta, scolata nei suoi colori dalla pioggia improvvisa e fredda che aveva sorpreso tutti là sul piazzale. Continua a leggere….


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