Autofocus

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marion cotillard

Corti spiacevoli ed inopportuni baci. Saperle dare solo quelli e riconoscere sempre un particolare delle increspature delle sue labbra sul quale ficcare lo sguardo, così fisso da ritrovarmi ad occhi bassi davanti a lei.

Lei sentiva spesso la sensazione che sa lasciare l’immagine di un  bar quando è vuoto,  quel fermo immagine di sgabelli riversi sul bancone come fossero troppo ubriachi.

Sfocato, più distante, un dinoccolato e vecchiotto barista che barcolla spazzando il pavimento: ballando un ‘improbabile valzer con le sue scarpe troppo piene di piedi per via dell’orario di chiusura.

C’è un’immagine di Loretta che guardo spesso. Un primissimo piano che sembra averle catturato l’anima; così perfettamente riassunta in un’espressione che seppure non parla sa dire  tutto a chi la conosce. Quell’anima è riassunta in uno scatto casuale, uscendo dal ristorante. La guardo negli occhi e la rivedo perfetta ed animata nelle due dimensioni del ritratto che tengo in mano. Sfocature che da un secondo al successivo ho paura prendano vita e che riescano a farmi ancora abbassare lo sguardo puntando la vista sulle fessure delle sue labbra. Continua a leggere….

Partire, tornare

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20130810-102758.jpg

La folata improvvisa gli disegnò un brivido veloce sulla pelle. Un fulmine di freddo che riuscì ad immaginare scolpirsi sulla sua gamba, risalendola.

La mano sul viso madido significò una nuova pagina, uno scostare i pensieri precedenti e cominciarne dei nuovi: provò a sognare ancora insistendo su stupidi ghirigori a metà fra ricordi e le briciole del sogno precedente.

La mano non spazzò l’odore denso di fumo del quale la barba era insaporita da anni e con gli occhi chiusi rimescolò le idee sperando di rimandare il risveglio. Gli alberi chiusi come

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Sguardi

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sad eyes girl

Si ricordò del sapore di quei baci affamati.

Del suo essere così istintiva, oggi si, domani no. Si rimproverò di ricordarsi sempre poco che lei era così: dare e togliere. Oggi meravigliosa creatura, telefonate e baci, domani del tutto scomparsa, insulti ed instabilità, mesi di silenzio.

Si perse, ricordando di un passato presente. Si stupì, subito dopo, perché ogni volta s’accorse di giustificarla, di dirsi che l’aveva capita poco, che avrebbe potuto dire e fare, ancora baciare.

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Mancare

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i miss you

Dio mio quanto ti odio quando riesci a mancarmi e farmi sentire solo, quando invece ci sei e sei in silenzio, oppure impegnata per il tuo lavoro.

Dio mio se ti odio quando come oggi vorrei parlarti di niente e farlo così a lungo finché notte non ci separi.
Una notte umida come quelle dei saluti e degli abbracci strappati.
Una notte da parlare intera, da scaldare a forza d’alito a forma di parole.

Massimo

Ritardare

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too late

La grazia e la calma di lentissimi baci, la vertigine conseguente all’improvvisazione. Un bene complicatissimo faceva rima con familiarità e permetteva di  mantenere gli occhi aperti pur senza indagare ne chiedere.
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