Lug 04
MassimoLettere a Sophie, Loretta afelio, germania, giorno 24 ore, lavoro finlandia, lettere a Sofia, malesia, massimo soldini, perielio, periodo del raccolto finlandia, sophie, voce argentina
Ciao Sophie,
questa è una notte da tremare.
Fa freddo, abbiamo quasi finito di sistemare tutto e la stagione del raccolto va finendo, mi pare, più velocemente di quanto non abbia fatto qualche anno fa.
Certe volte sonnecchio qui nel fienile da dove ti scrivo ora: fra l’odore di grano tagliato, anche se polveroso, riposo sereno, ricordando, sentendomi soddisfatto. Che fine ha fato la mia vita di computer , giacca e cravatta? I miei primi passi qui, nell’agricoltura disperata e frettolosa dei pochi mesi sfruttabili, sono andati più che bene e sembro aver fatto questo da sempre.
Mi capita però di aiutare le persone per cui lavoro: piccoli lavori al pc, capita di creare qualche piccolo sito internet e di risvegliare quindi abilità che credevo perse: tutto questo non fa che confondere la gente qui. A volte credono io sappia fare di tutto: un bel complimento, non credi? Ed io glielo lascio credere, soddisfatto ed un po’ spocchioso. Continua a leggere….
Giu 02
MassimoRacconti caponrod norkapp, cielo, E' il ritorno che da senso al viaggio, finlandia, l'odore della pioggia, lavoro finlandia, massimo soldini, pioggia, stagione raccolto finlandia, supermarket
Uscendo dal supermarket teneva a stento in mano la spesa della sera.
Se qualcuno, qualcuno come lui, attento ai particolari, l’avesse visto, avrebbe indovinato tutta la sua vita dalla spesa che aveva in mano: almeno lui, lo faceva spesso e credeva di farlo al meglio.
Sentì l’odore della pioggia, un odore fortissimo che gli sembrò così simile agli odori di casa Italia; ma quelli erano più simili alla terra bagnata oppure , nelle città, d’asfalto caldo e poi bagnato, in qualche modo un odore di trincea.
Qui il cielo e le strade parevano ed erano più grandi, l’odore più intenso, la vita più lenta. Gli sembrò che il cielo stesse per rompersi e che dalle crepe potesse gettarsi la pioggia più insistita e pura che avesse mai annusato, sotto la quale avesse mai corso o camminato lento.
Fu così infatti, il cielo si ruppe e lo fece senza rumore: le auto sulla statale interrompevano il fittissimo concerto d’acqua solo a piccoli tratti.
S’accorse d’essere cambiato. Non era più riuscito a raccogliere, memorizzare, catalizzare le giornate, le emozioni : non c’era nulla nella parole da scrivere, a casa, o da dire nella chiamata della sera, quando la piccola telecamera lo inquadrava dopo cena. Si sentì un’esiliato, anche se per scelta, e ripercorse veloce, nel tragitto dalla porta automatica all’auto nel parcheggio, la logica delle scelte che l’avevano portato a cercare lavoro in Finlandia, quell’estate, in quell’estate così anomala, fatta solo di giorno: cominciò tutto nella stagione del raccolto. Continua a leggere….