Giu 12
MassimoRacconti balle di fieno, binario, dicotomia, massimo soldini, stagione pallacanestro, vespa
Poi mi ricordo il fresco della mattina d’estate, quando mi svegliavo presto e mi godevo il silenzio della campagna mentre in casa c’era solo nonna e la scuola era finita.
Così ancora intontito dal sonno, appena sveglio fra noia e nessun motivo, seduto all’ombra del patio, mi stupivo di quel fresco impensabile considerato il caldo del giorno pieno.
Mi lasciavo cacciar via dal sole e rientravo per colazione: Roma era già lontana e spendevo le serate fra tv e radio, pensando a quale lavoro avrei potuto fare per pagarmi la moto, qualche viaggio. Ero convinto sarei rimasto solo e che non sarei stato nemmeno triste. Non felice, ma nemmeno triste.
Semplicemente rientravo in cucina e parlavo un po’ con nonna fissa davanti alla tv con quella sua vestaglia a fiori che portava così spesso che ormai non so nemmeno più se avesse o meno altri vestiti.
Stamattina ho risentito quel fresco, esattamente quello, mentre ero al binario 3, mentre con gli occhi appiccicati mi nascondevo dal sole dietro una colonna del sottopassaggio. I papaveri dei binari sono già andati via, non è più il loro periodo: ogni anno è come se venissero in ferie un paio di settimane, come se la linea dei binari fosse il loro lungomare e loro i tedeschi anni 80 della riviera romagnola.
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Apr 18
MassimoRacconti binario, binario 3, bruma, fieno, massimo soldini, odore di campagna, racconti di pendolari, rifugiarsi, stazione, treno
Stamattina nel tunnel della piccola stazione si era rifugiato un odore chiaro di campagna, come di fieno rimasto umido dalla notte.
Svegliandoci il fresco del mattino mi ha costretto a comprendere quella voglia di rifugio e riservatezza che solo certe mattine, come questa, sanno regalare.
Quell’odore ha deciso di seguire quel bisogno recondito di rifugio e lo ha fatto nascondendosi li, riparato e confortato dal tepore del tunnel.
Ecco, io sono scombussolato da attese interminabili, problemi complicati dal tempo, dall’affanno della voglia di risolvere.
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Nov 15
MassimoLoretta, Racconti abbracci alla stazione, alla stazione, banchina, binario, dreads, massimo soldini, murales, rasta, ricordi, ricordi di stazione, treni, vans
Quando poi certi alberi magri se ne stanno intirizziti nella nebbia di prima mattina e quelle strade sono un po vuote con gli indirizzi snc che mi ricordano la via Emilia oppure certi posti dell’Olanda, allora si, mi sembra che tutto abbia un senso e che abbia un sapore più semplice ed autentico.
Ci penso in genere quando sono appena arrivato, quando i binari sono freddi, a prima sera, ed i pendolari rientrano a testa bassa un po’ stanchi. Ci penso al meglio se fa quel freddo di inizio novembre, quando l’inverno è ancora indeciso, quando scendendo dal treno sembra ci sia un’aria più pulita e sottile: un freddo più bello ed una strana soddisfazione allacciandosi la giacca fin su sotto il bavero.
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