Ago 23
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Come un brivido di freddo risaliamo veloci lungo la schiena della Finlandia percorrendo la sua spina dorsale fatta di lunghe e silenziose strade.
Appena sotto la linea del circolo polare artico, a pochi km dal confine con la Russia si sviluppa il parco nazionale di Oulanka: al suo centro, in inverno stazioni sciistiche e d’estate cottage estivi, spazi per attività outdoor in senso vario. Ruka è la nostra scelta ed il Lisaki village si rivela fantastico visto che per scarsi 70€ ci mette a disposizione un mini appartamento completo di cucina ed una macchina per asciugare i vestiti, del tutto diversa dalle classiche asciugatrici che siamo abituati ad usare, utile, ci spiegano, soprattutto in inverno, rientrando inzuppati dalla neve se si vuole esser pronti a riuscire in breve tempo.
Ago 21
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Alcuni punti fermi:
I finlandesi hanno parole lunghe ed impronunciabili, usano troppe k ed in questa regione Dei laghi la cucina è basata al 90% sul coregone come in effetti un ubriacone mi ha poi spiegato uscendo, barcollando, dal ristorante di stasera.
Ho creato una playlist di musica finlandese talmente ben fatta che così tanto folk ha fatto da richiamo per le renne che ora spadroneggiano in mezzo alla strada guardandoci in maniera pure piuttosto spavalda!
Alci ancora nulla invece ma ho scoperto Kari Tapio che è tipo a metà fra Claudio Villa e Toto Cotugno dal quale, fra le altre cose ha copiato “l’italiano” riadattandola al finlandese, divenendo famoso e chiudendo ogni esibizione con quella. Il tipo ha poi attinto ad altri folk italiani tipo romaneschi con Lando Fiorini e “cento campane” e Renzo Arbore.
Per evocare il passaggio delle renne dovrò proseguire nella playlist, è chiaro.
Ago 21
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Il sole è già alto che la notte non è ancora finita, biondissimi bambini senza l’apprensione delle mamme pedalano su strade semi deserte.
Non è il periodo giusto per il sole di mezzanotte ma le ore di luce sono comunque molte di più che a casa
Un cielo di un azzurro vivace ed il fresco di prima mattina ci sferzano smuovendoci dal torpore del viaggio e del sonno frettoloso; in aeroporto il ritiro auto va senza problemi visto che chiunque qui parla inglese.
Una Skoda, noiosissime strade e limiti di velocità che non ricordavo così rigidi né bassi: le prime ore scorrono lente sfilando eleganti e magrissimi abeti rossi nudi per la maggior parte del tronco.
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Ago 21
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Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, affrontando solo i fatti essenziali della vita, per vedere se non fossi riuscito a imparare quanto essa aveva da insegnarmi e per non dover scoprire in punto di morte di non aver vissuto.
Un volo praticamente vuoto, un servizio algido ma efficiente, un paio di puntate su Netflix e così le luci di Helsinki già spuntano sotto la pancia di ferro del piccolo aereo. L’aeroporto è asettico e silenzioso, vuoto di passeggeri ed inservienti, vigilanti. Sono chiusi perfino i negozi: eccola la prima Finlandia che ci accoglie.
È tutto pulito ma vuoto, silenzioso che pare qualcuno dorma, qualcuno che però non puoi vedere visti i corridoi deserti, i soli cartelli a dare indicazioni. Il coronavirus non c’entra: questo è il paese più scarsamente popolato dell’Europa ed uno fra quelli più organizzati e rispettosi. Non c’è bisogno di usare mascherine a meno che non si sia in luoghi affollati che praticamente pare non esistano per definizione visto che anche ai nastri per il ritiro bagagli non si è più di 30.
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Ago 21
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Una settimana di decompressione nella piccola fattoria di famiglia è servita a disconnettermi dal lavoro, a godermi qualche giorno con mia madre, ad essere più consapevole che il tempo non sarà poi così clemente.
Mi sento soddisfatto di me, per le idee che vado inseguendo rispetto al progetto maximo di cambiare lavoro ed in grossa parte vita; certo potrei dimagrire e sentirmi migliore ma per ora mi affido a qualche km in bici per dirmi che si, miglioro, faccio di più, mi do una mossa.
Pedalare nella piccola contrada di Melfi rilassa la mente, prepara il corpo e come in Vespa, andando piano, lascia scoprire angoli ed aspetti che in auto non avevo notato. Su per le salit silenziose mi rassegno positivamente, insisto, rilasso le gambe quando il fresco del mattino mi sorprende nelle breve discese; fra le gole del fiume reso secco dall’estate e da una furia consumistica della zona che dovremmo combattere con più forza, ritrovo i pensieri migliori fra pallacanestro e progetti per il viaggio. Così spingo sui pedali, penso al volo, ad un quintetto da mettere in campo, a prenotare il parcheggio, al fatto che posso farcela, che non ci vuole poi tanto coraggio a cambiare quel che non mi piace né ce ne vuole per la prossima salita. Sto meglio del previsto.