Cividale del Friuli – Bled

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Appena 15 km e la Slovenia mi ha sorpreso: nessun controllo al confine (polizia presente) e benzina molto meno cara che in Italia: 1,45€ /l, ben 40 centesimi meno che a casa Italia.

La strada che lascia Cividale è campagna serena ed organizzata e la pioggia della notte, come sperato, ha lasciato posto ad un sole scarico che ha però da subito lasciato intendere una buona giornata.

Sono passato a Caporetto, Kobarid, in lingua Slovena, teatro delle disfatta dell’esercito italiano durante la prima guerra mondiale e poi ho tirato dritto verso Bovec, avamposto del parco nazionale del Triglav (monte tricorno) entro il quale si snodano sentieri da arrampicata, trekking e tornanti di puro orgasmo motociclistico e liti con i tedeschi prepotenti al distributore di benzina (li ho regolati con un paio di “vaffanculo” ristabilendo l’ordine delle cose). Continua a leggere….

Roma – Cividale del Friuli

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Visualizzazione ingrandita della mappa

E’ mattina presto e come previsto l’ansia di andare ha vinto su tutto e così alle 6 ero  fuori dal cacenllo di casa col bagaglio sistemato, legato alla perfezione dopo la lotta serale per riuscire a portare il pc e riuscire a chiudere il baule della moto.

I km scorrevano veloci anche se sono stato sorpreso dal freddo che in agosto non credevo di trovare: ad Orte sono stato costretto a cambiare guanti ed indossare il pile. Nebbia come non ne vedevo da tempo e freddo, causa anche orario, col sole che faceva ancora capolino, annoiato. Cappuccino e ciambella fritta, “pefforza”, altro che nebbia. Continua a leggere….

Vado

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preparazione viaggio in slovenia

Da qualche giorno la mia camera è invasa da buste di plastica e da fogli di appunti stropicciati, strappati, da cordicelle elastiche. Il mio blocco notes ha rigorosamente  le orecchie negli angoli, è vissuto ed un po’ strappato: custodisce il programma, i dubbi, la lista di cosa portare ed in parte da dimenticare: il grande classico dell’amnesia sono le ciabatte e lo spazzolino da denti che poi comprerò strada facendo.
Sto cercando di organizzare al meglio lo spazio: vado via, in moto, direzione Slovenia.
Il viaggio è come al solito auto-organizzato o, per meglio dire, volutamente non organizzato.

Io, la moto, le gomme nuove (Grazie Carlo !!!) un paio di borse oltre al baule posteriore, la guida turistica ed una anacronistica carta stradale dell’est Europa (5 euro da Feltrinelli, altro che navigatore e pile scariche), qualche fusibile di ricambio, qualche attrezzo pronto uso, grasso per la catena ed un kit di riparazione per le gomme ed uno di pronto soccorso che, onestamente, spero non servano mai. Continua a leggere….

Maya, l’illusione.

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indian sadu

Maya, uno dei nomi della dea Lakshmi, sposa di Visnu, dea simbolo di fortuna, bellezza, fertilità.

Maya è il concetto induista di illusione, nei Veda indicato invece in origine come il potere, la possibilità da cui ha origine il mondo materiale.
Oggetti, persone, stati d’animo sono una rappresentazione illusoria dell’idea, dell’originale verità, possibilità.
Un mattone di argilla non è l’argilla, ne tutto quello che con questa puoi realizzare ne tutta la storia o l’origine dell’argilla. E’ una rappresentazione seppur comune, ma limitata, illusoria.

Nella vita quindi siamo dietro un velo illusorio che ci divide dalla verità permettendoci di percepire, vivere , solo in maniera alterata, illusoria rispetto alla verità assoluta, alla liberazione dell’anima e dal ciclo, secondo gli induisti, delle reincarnazioni (Samsara)

L’india, le illusioni, e la verità assoluta; l’Europa, il piano pratico e quello idealizzato.

Funziona “così”, anche qui.

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Salire, discendere, capire

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risaia thailandese

Quando si accosciò nell’umido degli steli delle piante del riso, riuscì a sentire perfettamente il rumore di fango annacquato. Il suo piede, sprofondava nel terreno succoso.

La salita dura di un paio d’ore gli aveva sballato il cuore e gli fece sentire il collo turgido e gonfio. Passandosi una mano sul viso madido di sudore rifiatò e si pensò rosso in viso, annusando l’aria rinfrescata dalla pioggia del Monsone.

Dal picco dell’ultima collina spersa fra le montagne mai viste prima sulle carte in distribuzione all’ufficio turistico, sbucava quella risaia verde e prepotente. Si stagliava decisa nel grigio della nebbia che il caldo umido della Thailandia, mescolato alla pioggia, aveva creato. Continua a leggere….

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