Traiettorie

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Esistono traiettorie perfette.

Pensate a quella di un pallone che entra in rete, magari proprio nel calcio di rigore decisivo, quello dei mondiali di calcio. Pensate ad una palla che danza sul cerchio e poi decide di entrare: pallacanestro, grida, ultimo secondo, una partita vinta.

Pensate a quella curva, penellata alla perfezione, guidando una moto su per i colli dai quali si vede quel lago. Oppure pensate semplicemente alla strada di casa: in quelle notti che avete pianto, sofferto o viaggiato, la traiettoria perfetta era quella, la strada di casa vostra.

Una delle mie traiettorie perfette è qui a Roma ed mitica, perfetta proprio perché essenziale: in pochissimi metri racchiude l’estremo il senso filosofico di una città, di un modo di vivere e ricordare. Continua a leggere….

Cielo rotto

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Rain Sky

Uscendo dal supermarket teneva a stento in mano la spesa della sera.
Se qualcuno, qualcuno come lui, attento ai particolari,  l’avesse visto, avrebbe indovinato tutta la sua vita dalla spesa che aveva in mano: almeno lui, lo faceva spesso e credeva di farlo al meglio.

Sentì l’odore della pioggia, un odore fortissimo che gli sembrò così simile agli odori di casa Italia; ma quelli erano più simili alla terra bagnata oppure , nelle città, d’asfalto caldo e poi bagnato, in qualche modo un odore di trincea.

Qui il cielo e le strade parevano ed erano più grandi, l’odore più intenso, la vita più lenta. Gli sembrò che il cielo stesse per rompersi e che dalle crepe potesse gettarsi la pioggia più insistita e pura che avesse mai annusato, sotto la quale avesse mai corso o camminato lento.

Fu così infatti, il cielo si ruppe e lo fece senza rumore: le auto sulla statale interrompevano il fittissimo concerto d’acqua solo a piccoli tratti.

S’accorse d’essere  cambiato. Non era più riuscito a raccogliere, memorizzare, catalizzare le giornate, le emozioni : non c’era nulla nella parole da scrivere, a casa, o da dire nella chiamata della sera, quando la piccola telecamera lo inquadrava dopo cena. Si sentì un’esiliato, anche se per scelta, e ripercorse veloce, nel tragitto dalla porta automatica all’auto nel parcheggio, la logica delle scelte che l’avevano portato a cercare lavoro in Finlandia, quell’estate, in quell’estate così anomala, fatta solo di giorno: cominciò tutto nella stagione del raccolto. Continua a leggere….

Tic

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ossessivo compulsivo

In metro, seduto difronte ad una signora con un meraviglioso tic : allunga il viso come per estremo stupore, poi diventa seria, scrolla le spalle come per un brivido di freddo lungo la schiena e sorride.

Starei ore a guardarla, torturandomi la barba, offrendole simile materiale per essere curiosa.

Supermarket

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supermarket

…ecco, lo scaffale del tonno, al supermarket, mi sconvolge sempre un po.
Troppe varianti e prezzi: così rimango fermo lì, fingo di guardare il telefono, di scrivere un messaggio: in realtà mi sento a disagio. C’è chi arriva e prende su deciso una confezione come se non ci fossero alternative, come se la scelta giusta fosse così evidente da accecarti. Continua a leggere….

Mancare

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i miss you

Dio mio quanto ti odio quando riesci a mancarmi e farmi sentire solo, quando invece ci sei e sei in silenzio, oppure impegnata per il tuo lavoro.

Dio mio se ti odio quando come oggi vorrei parlarti di niente e farlo così a lungo finché notte non ci separi.
Una notte umida come quelle dei saluti e degli abbracci strappati.
Una notte da parlare intera, da scaldare a forza d’alito a forma di parole.

Massimo

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