Caffè, inizi, meravigliosi equilibri precari

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caffe

E c’era odore di caffè, stamattina, di fumo , di freddo là fuori e di mattine che iniziano.

E camminare lento senza rumore  è stato un modo per cominciare piano combattendo con la voglia di lavorare, i tanti appunti da sistemare, le mie bozze disordinate.

Ho pensato ad un meraviglioso equilibrio precario. Nel dolce dello zucchero sul fondo del bicchiere di caffè c’era una piccola energia che poi ho smorzato accendendo una sigaretta. E’ prima mattina, dovrei smettere da un po, ma non è facile, lo sai?

Poco fa ho cercato “malinconia sul vocabolario” e so che se fossi qui l’avresti capito senza indagarmi ne chiedermi niente.

Io ne ho accesa un’altra, è colpa tua.

Tu mi manchi.

Il tempo e gli abbracci

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abbracci stazione

 

Dove sia o che ne farò, di tutto il tempo dei Timeout che non ho chiamato, consumato, non lo so  ancora.
Non c’è tempo, e lo capisco ogni giorno; e le mattinate scorrono veloci, le notti lente: quelle sutpende e quelle orribili delle sigarette interminabili.

Così corriamo, dimentichiamo, rimandiamo. Beh, no, non è questo e non è vero: non c’è tempo. E’ una cazzata, domani è una cazzata.

Ho lasciato che mio padre morisse senza riuscire ad abbracciarlo. Io la macchina del tempo non ce l’ho ancora e così rimango qui, senza tempo, in un fermo immagine spietato, disperato. Continua a leggere….

05 Luglio 1982: il video originale

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Il video originale dal quale è stato poi ideato il racconto pubblicato qui sul blog qualche giorno fa. Buona visione !

 

05 luglio 1982

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05 Luglio 1982

“Ponto?!?. Oh, Chì, te ricordi? Te ricordi il 5 Luglio 1982?”
Millenovecentoottantadue, tutta una parola, d’un fiato: consapevole, asciutta.

Sotto il neon biancastro il pallore del cranio lucidato dagli anni.
Dietro la mano, passata sul viso, veloce, in una smorfia di scocciatura e d’abitudine, due occhi svegli ed ancora curiosi. Scontenti.

In una notte piuttosto lunga di una vita piuttosto rettilinea. In una notte spenta che avrebbe avuto molte più stelle delle stesse 5 da guardare dalla finestra del suo ambulatorio veterinario.
Aveva riposato le spalle con una strana posizione delle mani, giunte sopra la testa, mugugnando di stanchezza come poi avrebbe fatto un’ora dopo, tornato a casa, infilandosi nella metà calda del letto dopo aver mangiato metà cena fredda. Francesca era l’unica scelta di cui essere sicuro. E Luca non avrebbe preso sonno. Continua a leggere….

Roma spagnola

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Roma

Ci sono notti che sembrano infinite e perfette. Io ne ho vissute parecchie e mi sento fortunato.

Roma è un teatro perfetto per quelle notti. Edu e Reme sono arrivati qui a Roma. Li conobbi all’aeroporto di Varanasi dopo un volo in perenne ritardo da Delhi.
Incrociammo sguardi consapevoli aspettando che il volo partisse, nelle ore infinite in sala d’attesa dopo la partenza più volte rimandata: fu un po’ come capire d’istinto che eravamo viaggiatori simili.
Ci conoscemmo dividendo il taxi verso lo stesso albergo che il caso ci aveva prenotato: in inglese, poi scoprendo fossimo italiani, in italiano, visto gli studi di Edu. Dividemmo i giorni a Varanasi, esperienza bellissima raccontata qui sul blog. Continua a leggere….

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