“Ma piove piove”

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https://venti-trenta.it

Piove, è bellissimo e delicato come l’odore delle bambine che al mattino saltano sul letto con i loro gridolini e sorrisi intimiditi. Spero sempre riconoscano il mio odore come io riconoscevo quello di mio padre, lo stesso odore che sentivo dalla sua camicia a maniche corte appesa all’ingresso. La luce della lampada sulla scrivania inquadra un disordine di progetti spezzati, altri messi in pausa, una valanga di carta da leggere e scrivere. Mentre picchio sui tasti penso all’autunno in Finlandia, alla pace di quei posti al silenzio, alla estrema vivibilità che qui, invece, pare non esistere più. Siamo accerchiati da stronzi saccenti così che ogni mattina sia faticoso uscire di casa; siamo avvelenati dal complesso di superiorità mescolato al rifiuto per il lavoro vero.

I più raccontano storie, dicono di fare, annotano di aver fatto, ma nella pratica nulla è accaduto, nulla si è mosso. Ci pervade un senso di decadenza: questo paese non ha più vita né reali progetti. Parlo spesso alle bambine della luna, dei pianeti, gioco a far loro promettere che un giorno andranno nello spazio, che studieranno come andare altrove, che mi porteranno con loro, che esploreranno, sapranno. Come gesto estremo di sopravvivenza sono state concepite e date alla luce durante una pandemia: che altro avrei potuto fare, ignorante e senza Dio, per guadare al futuro?

 

P.s.
I più grandi problemi, descritti a misura di bambino: https://venti-trenta.it/

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