Ott 30
MassimoDeliri notturni ciriola, coop, golfetta, insaccati, massimo soldini, pizza e mortazza, praga, prosciutto di praga, rosetta, salame golfetta, salame milano, salame prosciutto, salame ungherese, salumi
Il salame Golfetta, il “salame prosciutto”, quello un po’ più rossastro, a fetta oblunga.
Preparato con carni scelte di prosciutto italiano, dalla forma accattivante, stagionato in tela di cotone, il Golfetta è un piacere unico ed autentico, dal gusto inimitabile. Leggero e gustoso, soddsifa le esigenze nutrizionali del consumatore moderno
Il consumatore moderno…rendiamoci conto! Un salame leggero, ma di che stiamo parlando?
Un salame stagionato in tessuto vero e proprio, che classe!
Io mi ricordo che non sapevo cosa fosse, che lo vedevo li in mezzo agli altri salumi e che si capiva fosse di un’altra caratura, che fosse una specie di salame che vuole distinguersi, un alimento di quelli che poi vengono definiti primizie.
Così adagiato che pareva una modella in posa in attesa che finissero il suo ritratto. Un salume un po’ altezzoso, uno che oggi definiremmo radical chic, comprato da pochi, per pochi, per chi sa apprezzarlo. Continua a leggere….
Ott 03
MassimoLoretta, Racconti Aldous Huxley, gesticolare, le porte della percezione, loretta, massimo soldini
Così prima che tu vada a dormire è giusto che tu sappia cosa stavo pensando mentre la gente passava, entrava, usciva e non sapeva, mentre tutti vivevano normalmente la loro quotidianità ed io immaginavo la mia od almeno una parte.
Stavo pensando ad Aldous Huxley, al suo libro “le porte della percezione”, al significato intrinseco di quelle droghe che lo spinsero prima a provarle, poi ad ammalarsi a causa della ricerca di una motivazione, di una ragione: capire cosa ci fosse di irrinunciabile.
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Ott 03
MassimoMusica, libri, foto, film, Racconti armenia, atmosfere musicali, aznavour, come è triste venezia, edith piaf, francia, frank sinatra, genocidio armeno, io sono un istrione, istrione, la musica e la vita sono questione di stile, massimo ranieri, massimo soldini, milena gabbanelli, miles davis, parigi, playlist, quanto è triste venezia, ricordi in musica, she
Così
Aznavour è andato via (01/10/2018) e con lui gli ultimi frammenti di un romanticismo che non c’è più né in musica né al cinema né tanto meno in mezzo alla strada.
Sinatra ed Aznavour che musicalmente sono differenti, che hanno una storia umana profondamente diversa ed un genere canoro che per estensione ed ambientazione i puristi direbbero che poco si accostano,sono stati forse gli ultimi veri sex symbol di un certo livello, fatti di parole ed atmosfere raffinate, di vini freddi e frizzanti al punto giusto, di notti umide spese al bancone di un bar, di chiacchiere lente e donne meravigliose da tenere sottobraccio. Ecco perché io li accomuno.
Ecco, siamo molto più poveri e mentre tv e giornali fagocitano la notizia vomitando impietosi stralci di una biografia che invece non entrerebbe in 2 pagine piene di un quotidiano qualcuno si chiede chi cazzo fosse davvero Charles Aznavour.
Un cantante, un attore, un ambasciatore, un uomo che non seppe mai dimenticare le sue radici e che seppe vivere offrendo ad altri armeni la possibilità di salvarsi, di emanciparsi, di andare altrove.
Un giorno una giornalista italiana (Milena Gabbanelli) gli chiese quanti soldi avesse speso per i voli che aveva pagato ai profughi armeni:; lui semplicemente rispose che non conosceva né il numero né la spesa e che non gli importava dei soldi perché non sarebbe voluto essere il più ricco del cimitero.
Il genocidio armeno del quale i libri di scuola raccontano poco, i genitori sopravvissuti ed immigrati in Francia: questo il contesto nel quale Chahnourh Varinag, Aznavourian nasce a Parigi nel 1924.
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