Pinnacle desert e New Norcia

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Pinnacle desert

1 giorno, 600 km, 92 dollari, 0 canguri.

Questi sono i numeri della nostra escursione. Affitata una macchina proprio accanto all’hotel spuntando un prezzo del tutto migliore rispetto altri noleggi visitati ci siamo diretti a nord lungo la strada costiera che ci avevano detto essere fra le più belle da guidare.
Perth non si smentisce: la mattinata è fredda e piovosa ma le strade sono tranquille e semivuote così che il primo contatto con la guida a sinistra ed il cambio automatico non siano così traumatici.

92 dollari di noleggio inclusa una assicurazione senza franchigia
che copre in caso di furto, danneggiamento, incidente e soprattutto investimento di animali dai quali continuano a metterci in guardia.
Il mare è arrabbiato e lo teniamo a distanza allontanandoci e non dando del tutto retta al fido navigatore offline (maps.me) che continua a dirci di imboccare l’ autostrada.
Il meteo migliora ed il paesaggio si svuota quasi del tutto fatta eccezione per case basse e ben tenute, molte delle quali in affitto od in vendita, disseminate lungo strade tenute alla perfezione, delineate da piste ciclabili ed aiuole verdissime.
Nonostante cantieri aperti e cartelli che promettono nuove case di prossima costruzione fra Perth ed i suoi sobborghi ci sono centinaia di uffici, case, case vacanze, appartamenti e villette in vendita ed in affitto. C’è un chiaro impulso a fare e costruire, abitare, vendere, comprare e spendere: lo si deduce da molti aspetti.

La strada costiera si è rilevata piuttosto lenta e non proprio memorabile anche se le due ore di macchina sono trascorse velocemente e senza troppi intoppi se non nelle svolte a destra e negli incroci: dove devo guardare?!?!?
Un paio di frenate potentissime dimenticando di non avere la frizione da schiacciare e pigiando il grosso freno per errore col piede sinistro e via, si riparte di slancio.

Così ecco il deserto dei pinnacoli, giallo intenso, silenzio e vento che arriva forte e chiaro dal mare: colonne di residui calcarei e di conchiglie antichissime e fratturate dalle intemperie si alzano a centinaia nella pianura. Dal piccolo centro visitatori si diramano un paio di sentieri che si perdono dopo poco fra i cespugli: il miglior modo di procedere è allontanarsi e ritrovarsi da soli fra i pinnacoli per qualche foto e per godersi lo spettacolo del rumore del vento.
Il modo perfetto sarebbe ricordarsi la direzione di provenienza e prendere punti di riferimento per evitare di camminare senza meta cercando di raggiungere il parcheggio e continuando invece a spuntare fra le curve del “desert loop” dove turisti sovrappeso scattano foto in improbabili pose.
È infatti anche possibile fare un giro in macchina su una strada sicura e ben delineata da pietre lungo il perimetro del deserto: non serve affatto fuoristrada ma è ovvio che questo tipo di giro possa servire solo come assaggio o chiusura dell’escursione.

Me at pinnacle desert

Il terreno è glabro ma non del tutto asciutto: è umido anzi e si vedono i segni che ha lasciato lo scorrere dell’acqua della notte precedente. Tracce di animali di diverse specie e microscopici pinnacoli che paiono recentissimi disegnano strane geometrie sul terreno: non ci sono guide alle quali chiedere ma pare chiaro che i pinnnacoli si formino continuamente e che molti di questi siano distrutti proprio dai visitatori che li calpestano. La dinamica geologica invece andrebbe approfondita perché incuriosisce.

Qualche corvo si sgola in lontananza mentre cerchiamo disperatamente di incontrare un canguro od uno struzzo magari nascosti fra i cespugli spinosi poco più in la. Un clima perfetto per camminare: sole limpido, 20 gradi e nessun cinese nei paraggi.
Ascoltiamo l’ambiente, indaghiamo i segni di rivoli d’acqua, ci pungiamo caminando fra i cespugli, raggiungendo piane più lontane ma troviamo solo tracce di animali, loro escrementi ed infine gli inutili cinesi che infestavano l’albergo a Perth, si gli stessi!

Sulla strada di ritorno campeggiano cartelli che allertano circa il possibile attraversamento di animali vari ma in realtà abbiamo avvistato poco o nulla se si fa eccezione per:

  1. un animale non ben identificato intento ad attraversare
  2. Due carcasse di canguro e bordo strada
  3. Centinaia di pappagalli colorati

Pinnacle desert loop

Pinnacle desert sign for coaches

Pausa pranzo epica a Cervantes, poco distante: sobborgo di pescatori del tutto trascurabile che cela un’area parcheggio attrezzata ed un fast food incentrato su gamberi ed aragoste.
30-40 dollari il prezzo medio a persona per dosi considerevoli di pesce molto fresco: mix di arsgoste e patate fritte più opzioni per assurdi contorni tipo riso oppure insalate. Potevo forse esimermi dall’ordinare “un secchio di gamberi”? So che sembra un modo di dire ed invece no, era proprio un secchio da tavolo con circa 30 gamberi di considerevole dimensione: il pasto perfetto per un esploratore no?

Così ripiegare verso New Norcia mi è sembrata la logica conseguenza in onore della cultura gastronomica: cittadella monastica, antico insediamento coloniale dove frati benedettini hanno accolto gli aborigeni piegandoli (ci dicono senza forza) ad usi e costumi occidentali. Il motivo continua a sfuggirci così come il filo logico dell’urbanizzazione di questo piccolo centro: vecchi conventi convertiti in scuole dove paiono in corso camp estivi per adolescenti intenti nelle prove di uno spettacolo musicale, nessun negozio, nessuna pompa di benzina, ristoranti né fattorie. Solo un uffico turistico che chiaramente aveva chiuso esattamente 10’ prima del nostro arrivo e costruzioni che con considerevole sforzo possiamo dire architettonicamente simili ai nostri conventi e chiese, mistificate con cultura spagnola: in estrame sintesi un semi buco nell’acqua. Più di tutto , di new Norcia, mi rimane quel sapore da ultimi giorni di scuola e saluti condensati, un sapore che mi ha assalito guardando  i genitori che andavano a riprendere i figli li al college: un’atmosfera come di un mercato che chiude. Negli abbracci dei ragazzi ci ho visto la fine di un periodo, di una vacanza, di una delle prime libertà assaggiate.

Road to perth

Così di nuovo in strada in mezzo a saliscendi di terra rossa e cespugli verdi, combattendo con la sonnolenza per via della strada monotona, il mito dei canguri che attraversano la strada ed i road train, lunghissimi autoarticolati formati da motrice e 3-4 rimorchi che spuntano fuori da strade laterali da e per cave e miniere e che, una volta lanciati sulla statale, stando a quanto indica la guida, impiegano anche 1 km per frenare nel caso siano a pieno carico: insomma prima di passare ad un incrocio c’è da guardare per bene.

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