La giornata della memoria (a breve termine)

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giornata della memoria

Ieri era il giorno della memoria e così in tv, ma solo a tarda serata, sono passati servizi decenti e film degni di nota. Il tema, superfluo dirlo, è la deportazione della popolazione ebraica, nei campi di concentramento, durante la seconda guerra mondiale.

Si, la Shoah, l’olocausto, il genocidio di cui tanto, giustamente, si parla e che studiamo, forse poco approfonditamente rispetto al contesto storico, sociale e politico piuttosto che nei fatti che per quanto crudi, occorre comunque ricordare, insegnare

Per tutto il giorno giornali, tv e social network sono stati pieni di gente che sull’onda del qualunquismo ha smesso di essere Charlie (vedi precedente pezzo su questo blog) e che ora passa a ricordarci della giornata della memoria.

“Mai più”, l’espressione del giorno.

Ma si sa, l’ignoranza regna visto che poi ci si affanna a dire “mai più” senza rendersi conto, male aiutati da giornali e tv, che quella fu “solo” una prima orribile volta nella quale la razza umana ha dimostrato quanto orrore è in grado di produrre. Io non c’ero ma non mi sento come fanno alcuni, rappresentanti della comunità ebraica compresa, di accusare, per esempio, i romani dell’epoca. I miei genitori c’erano, mi hanno saputo e potuto raccontare quanto successe in quei giorni qui a Roma.
Sotto un regime dittatoriale, cosa avrebbero potuto fare per impedire? Mi chiedo invece come fosse possibile che i governi di paesi non coinvolti (già…quali però? forse erano pochi i non coinvolti) non si fossero accorti di nulla o non fossero stati avvertiti. Ma va considerato, grossolanamente, il quadro storico e le comunicazioni non certo al pari delle odierne. Ma è una timida, sciocca attenuante.

“Mai più”, eh già, ma io c’ero anche se ero ancora ragazzino: Srebrenica, luglio 1995. Un massacro con cifre di certo inferiori a quelle dell’olocausto ma importanti. Si parla di 10.000 vittime. uomini dai 12 anni in su sterminati e sepolti in fosse comuni. Pochi ne parlano, pochi ricordano eppure è la giornata della memoria, eppure ogni anno si dice che non deve accadere mai più.

Inutile descrivere quanto accadde nei lager nazisti, quanto abbiamo visto nei film sul tema, letto in meravigliosi e toccanti libri come il Diario di Anna Frank, Se questo è un uomo e La tregua (autore Primo Levi) e tanti altri ancora. Inutile perché spero che ognuno sappia e ricordi davvero. Andai, per scelta, e lo feci d’inverno, ad Auschwitz ed a Birkenau.
Un’esperienza importante: sai tutto, sei pronto a tutto, conosci la storia ed i fatti ma poi, quando sei li, quando cammini per quei luoghi immagini le storie, i distacchi ed il dolore, allora ti perdi a guardare le pile di occhiali, di borse, di capelli.
Ti perdi a pensare all’inganno della colonizzazione, al fatto che molti lasciarono le loro case convinti di andare a colonizzare nuovi territori e cche scoprirono poi solo successivamente a quale infame destino erano stati avviati. Alcuni presero, e lo si capisce appunto guardando le pile di vestiti ed oggetti, le loro cose migliori: dovendo adar via e potendo portare scarso bagaglio scelsero “il vestito buono”.

Le montagne di barattoli di Ziklon-b, il gas pesticida usato nelle camere a gas nelle quali venivano fatti entrate i deportati dopo aver lasciato i loro abiti su un attaccapanni del quale veniva chiesto di ricordare il numero: altro inganno che penseremmo piccolo se paragonato alle torture subite nello stesso luogo da altri. Ma pensiamoci bene: così facendo si era convinti di fare una normale doccia e non di morire avvelenati. Li si è privati quindi anche degli ultimi pensieri, delle ultime preghiere, della possibilità di dire qualcosa al vicino nel caso questo fosse un amico o famigliare.

Tante, tante riflessioni e storie, brividi che in quell’inverno polacco ho provato ad immaginare, a capire, per imprimere al meglio. Credo qualcosa sia scritto anche qui sul blog in qualche post più vecchio

Fatto sta che come tutti i “Charlie” anche i lor signori del “mai più” li digerisco poco.

Il massacro di Srebrenica è DOPO l’olocausto, sapete?

Stessi anni, più o meno , 500.00 persone, in Ruanda, guerra fra etnie religiose. Mai più? eppure è accaduto molti anni dopo l’olocausto.

Prima di questo appena detto, ma dopo l’olocausto ebreo, dal 75 al 79 in Cambogia (altro Viaggio nel mirino da sempre ), i Khmer Rossi di Pol Pot deportarono ed uccisero  (cifre contese) più di 1.500.000 persone. Alcune cifre parlano del doppio.

Era dopo, è accaduto dopo ed i tanti Charlie non hanno detto ne fatto nulla. “Mai più”, vorrei non leggere più ipocrisia, ignoranza e scarsa memoria, inesistente coscienza.

Mai più.

Ma davvero, stavolta.

 

 

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