Ultima tappa: Rjieka – Roma

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Circa 800 km, dalla Croazia all’ Italia, Roma, direttamente.

800 km e 3 temporali.

Ho scelto strade statali per evitare la monotonia e così ho lasciato l’autostrada a Venezia dove il primo temporale mi ha sorpreso senza lasciarmi il tempo di mettere su la tuta impermeabile e così ho guidato circa 20 km sul tratto autostradale dove stanno facendo i lavori e non c’è corsia di emergenza, un po’ alla cieca, tirando avanti a velocità regolare per evitare pericoli, accendendo le 4 frecce.

L’anteprima del resto l’avevo avuta negli ultimi km della Croazia dove sulle curve attorno al mare sentivo la moto scivolare parecchio e pensavo di aver caricato male il bagaglio, bilanciati male i pesi. La risposta l’ho avuto quanto qualche metro davanti a me una macchina è uscita di strada finendo sulla corsia opposta, sul muraglione, per poi finire ancora di qua, ribaltandosi. Nessuna conseguenza per gli occupanti e molti croati intenti a prestare soccorsi. Asfalto pessimo ed umidità, pioggia fina che pareva insaponare la strada.

Freddo e pioggia, casco appannato a tratti, un po’ di rabbia ma u’ìaltra sfida da superare per me e la spalla più che mai malconcia.

Poi giù lentamente verso Ravenna con la statale Romea, monotona ma migliore dell’autostrada e di certo più economica. Ho avuto anche sole mentre nelle pianura mi avvicinavo a Ferrara prima, Comacchio poi, mentre avevo il tempo di rimettere apposto pezzi, di pensare al passato più o meno recente, Ferrara compresa.

Fra i 7 lidi di Comacchio ho deciso che avrei tirato dritto verso casa e che solo allora il viaggio sarebbe stato completo, senza tappe intermedie, da solo, nei giorni precedenti il ritorno al lavoro e quel che rimane della mia routine. Già stanco ma soddisfatto verso ora di pranzo, nemmeno a metà percorso, con previsioni di approdo alla mia piccola Itaca per le 19 circa.

Così è stato, ma non senza altri due temporali, uno a Cesena, uno nel mezzo dell’Umbria. E così il viaggio ha preso ancora le sembianze di una splendida odissea, solitaria, importante anche per questo.

Chiuso nel casco ho cucinato lento i pensieri: ora raffreddati dall’acquazzone di turno, ora scaldati dal sole che dava il via ad faticosi cambi d’abito fra guanti da asciugare, tuta impermeabile da svestire e più che altro da ripiegare e rimettere in borsa.

Mentre i km passavano sotto le ruote cantavo a mente tutto Costellazioni, colonna sonora di questo viaggio, parole importanti che paiono mie, scritte guardando parecchia della mia vita.

Arrivare qui è stato un esultare, un sentirmi realizzato e più forte, se non fosse altro, dei temporali, della distanza, dei km.
Guidando sul Gra ho allargato le braccia come per volare, come un gabbiano stanco ed impazzito: sono passato vicino a mio padre, o meglio al posto dove riposa: un simbolo di una storia, di una persona, un non posto, una sorta di triste monumento alle vite.

Ho sorriso nel casco, ho festeggiato gli ultimi km ringraziando la moto con una specie di abbraccio, chinato davanti ai suoi fari, qui fuori al cancello di casa.
Ho celebrato gli ultimi metri respirando lento quell’aria che mi pareva più sottile.

Lentamente ho rovesciato il contenuto delle borse in terra e mi sono ripromesso che ci avrei pensato “domani”. Ho messo su lo stesso album del viaggio, a folle volume, cantando in giardino o su in camera mia.

Nei saluti delle persone che commentavano qualche foto messe sui social ho riconosciuto parole sincere e persone vere, saluti seri ed altri importanti.

Qualche telefonata, il controllo della posta elettronica e qualche e-mail di sorpresa di chi via via ho incontrato proprio viaggiando.

Nella stanchezza della sera mi sono riconosciuto davvero come me stesso e nello specchio del bagno, durante la rasatura sono perfino riuscito a sorridermi.

Ci sono foto da sistemare, conti da fare, moto da lavare ed ingrassare, borse piene, altre vuote, un po’ come le tasche. Mi porto via una grande esperienza in un momento importante per me, ne sono certo.

“Nei miei bagagli ho panni sporchi di navigazione”

"panni sporchi di navigazione"

“panni sporchi di navigazione”

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