Maribor – Lubiana- Postojna – Predjama

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Un temporale interminabile mi accompagna da un paio di giorni.
Ho lasciato Maribor dopo colazione. Parlando con il gestore dell’ostello ho saputo della morte per suicidio di Robin Williams. Ho ripensato a quella memorabile e per me essenziale scena di Will Hunting, Genio ribelle: “… non è colpa tua, non è colpa tua…“.  Ho ripensato a  quando la vidi per la prima volta, alla perfezione della scena stessa che anni dopo avrei  rivissuto da protagonista, lacrimando dal bene, sentendomi rassicurare dalle stesse parole, pronunciate da un inconsapevole interprete che non conosceva nemmeno il film.

Ho prenotato un ostello a Lubiana, la capitale: ogni prenotazione, la sera prima, è preceduta da verifiche della mappa su gooogle maps: non usando navigatore è necessario prenotare in una zona dove sarà possibile orientarsi. In genere prendo a riferimento la staione dei treni e ragiono a vie principali, isolati. Qualcosa come: tenendo la stazione alle spalle, prendo la via xx (Da annotare su carta), 4 isolati e giri a destra su via yy (da annotare anche questa assieme al numero telefonico dell’ostello). Le città sono piccole più di quanto si possa credere e così è facile trovare la destinazione, anche chiedendo alle persone (in moltissimi parlano inglese !)

E’ da ieri mattina che il temporale mi fa compagnia: ora spinge col vento alle spalle, ora mi incontra in autostrada fra vento e poggia battente. Sono arrivato in mattinata e dopo aver scaricato il mio bagaglio e organizzato quello piccolo da portare via sono andato alle grotte di Postojna, circa 30 km da Lubiana: lungo la strada ancora pioggia e così sono arrivato alle grotte piuttosto bagnato visto che il furbo temporale, andando e venendo, non mi convinceva a vestire la tuta impermeabile.

Le grotte (Biglietto singolo 23 euro circa) sono un complesso ben organizzato e ben gestito (parcheggio moto gratis !!): la visita dura circa 1,5 ore e comparando il biglietto si sceglie la lingua con la quale seguire la visita. Ogni biglietto è marcato da orario di inizio visita (Circa 1 ogni ora) e dalla lingua prescelta (indicata l’iniziale): si viene chiamati tipo servizio di leva, per scaglioni (orario) e si deve raggiungere il proprio gruppo linguistico: una guida locale vi raggiungerà poco dopo per cominciare la visita. La visita comincia con un piccolo treno che percorre circa 5 km dentro le grotte per poi iniziare una camminata di circa 1,5 km fra stalattiti, stalagmiti, grotte con eco (lungo anche 6″), fiumi sotterranei ed ombre nelle quali riconoscere forme più familiari. Il percorso a piedi è agevole, su  cemento antiscivolo). Va tento conto che dentro le grotte c’è una temperatura di circa 6-8 gradi e che è meglio vestire pantaloni lunghi, un giubbino e magari non arrivare umidi di pioggia come nel mio caso (cazzo che freddo! ). E’ possibile affittare delle pittoresche e pesanti mantelle in lana che pare vecchia di 100 anni: da evitare per il taglio demodé e la puzza di acaro della polvere. Purtroppo non è possibile fare foto: grotte buie, vietato usare flash e non è possibile usare cavalletto per fare foto (il gruppo impiegherebbe troppo tempo a procedere bloccando le centinai di visitatori che seguono)

Visto che uscito dalle grotte il sole si è riaffacciato ho deciso per ripiegare la tuta impermeabile ed andare al castello di Predjama, 9 km più avanti: castello da fotografare più che visitare: incastonato nella roccia, nel mezzo di una vallata:da abbinare appunto alla visita della grotta anche se non conviene fare il biglietto di ingresso: quanto vedete da fuori è quanto c’è da vedere (è possibile acquistarlo scontato se abbinato ai 23 euro delle grotte).
Per un castello deludente, però, una strada spettacolare: 9 km di curve bellissime fra le campagne. Poca gente in giro: attenzione però perché in alcuni tratti, percorsi da bus turistici che per ingombro mettono le gomme fuori strada, ci sono curve sporche del brecciolino che i bus sparano dentro la carreggiata: veramente pericoloso anche se visibile a distanza ragionevole.

Ritorno a Lubiana e… pioggia ! Così ho potuto fare appena qualche foto in centro (Tutte foto buie purtroppo). Il centro di Lubiana è godibile ma anche questa città delude le aspettative in termini di attività e grandezza visto che con 4 ore avrete praticamente visitato tutto, castello compreso (da me evitato perché troppo vicino alla città da non offrire nemmeno vista panoramica e troppo simile a 100 altri). L’ostello qui a Lubiana è in fase di ristrutturazione e non ben organizzato anche se pienissimo di turisti: forse l’ostello peggiore prenotato. 15 euro per  dormire in una stanza da 6 letti con doccia e bagno in camera; la cucina comune è piccola e sporca (colpa dei turisti stessi) e l’ostello è infestato da ragazze francesi che come tutti i transalpini non spiccano per pulizia: Dio solo sa cosa ho visto loro cucinare e mangiare.
Sono in stanza con una coppia di giovanissimi inglesi in giro in interrail (5 settimane di viaggio) e due ragazzi Romani (interrail anche per loro). L’inglese è indaffarato ed imbronciato mentre la ragazza sorride sempre. “Hi”, “Sorry“: lui dice solo questo mentre si rigira nel letto e non parla con nessuno ignorando il gustoso trambusto della stanza, mentre lei organizza e riordina e lui pare sempre più nervoso. Stamattina lui l’ha svegliata con piccolo bacio, appena sceso dal suo letto: forse s’è tolto quella maschera di ragazzo ingessato. Il sorriso della sua lei, sorpresa, è stata un’immagine perfetta , vista di sbieco fra le sbarre del mio letto a castello.

Forse la mia giornata a Lubiana è stata la migliore della vacanza, almeno fin qui, anche se funestata dalla pioggia, anche se con scarse foto: cenando ho conosciuto un ragazzo irlandese col quale ho parlato di quando lui era in Italia e fu arrestato per una rissa alla quale, visto il fisico non stento a crederci, dice di non aver veramente partecipato. Un panino leggero: salsiccia affumicata, cipolla, senape, paprika, salsa di formaggio ed una birra per continuare a parlare ed incuriosire lo sveglio gestore serbo del locale: così le chiacchiere sono state anche con lui che alla fine mi ha offerto quello che qui chiamano spritz: acqua minerale frizzante e vino bianco piuttosto modesto.
La questione che accomuna le persone Slovene e le altre della ex  Jugoslavia incontrate in passato ed in questo viaggio è la convinzione che le potenze internazionali abbiano voluto dividere il paese per questioni economiche e che il tanto contestato Tito fosse per loro tutti un semi Dio. Di certo c’è da dire che parlando con questa gente, cosa successa anche in passato, non si ha la sensazione di avere davanti le orribili persone che per anni la tv ed i giornali ci hanno dipinto. Abbiamo parlato di questo , e del fatto che non tutti sanno che tanta guerra fra le varie popolazioni jugoslave  non c’è mai stata a parte purtroppo quella vera e propria, armata, innescata appunto per altri motivi. Nessun problema per le differenze di religione. Molti Sloveni hanno infatti case vacanza in Croazia e viceversa, molti serbi lavorano qui od in Croazia… dove sta tanto odio?

Così la mia serata è stata di chiacchiere con loro due, post panino, e tornando in ostello con un tedesco di Monaco col quale confrontarmi su questioni di motori e moto, viaggi relativi, bevendo birre fuori, seduti sui divanetti dell’ostello. Ho tirato tardi con i due ragazzi romani: un paio di altre birre parlando di viaggi fra esperienze da trasferire dal più vecchio ai più giovani. Parole di confronto dei loro viaggi zaino in spalla (Anche loro hanno un blog) e racconti dei miei viaggi in India: discorsi fatti di quegli aneddoti vissuti che mi fanno sgranare gli occhi raccontando del senso del viaggio per me, delle ore di noia, delle ore spese in posti sperduti aspettando un bus che arriverà due giorni dopo o delle notti passate fissare l’oblò della lavatrice, parlando appunto con gli altri in viaggio, parlando, come stasera, con le ragazze francesi che fumano qui fuori e che parlottano fra loro di ragazzi lontani ed in inglese con me, aspettando che il sonno arrivi.
Pasta, alle 2:30 di notte: burro, pepe, curry. Il tutto ridendo impazziti di birra, parlando delle francesi e della loro cucina, degli strenui ed un po goffi  tentativi di approccio dei ragazzi

Oh si, anche questo è il senso del viaggio, nelle ore di notte, nella pasta rimediata, nella pipì in strada di Silvano ed Andrea che non sanno  più reggere la quantità, nella condivisione spensierata, nei futuri progetti. Dio è anche quelle notti, nella felicità di rimandare, di non pensare, di condividere e mescolare, nei sorrisi delle francesi che fumano accanto alla mia moto, nelle loro domande sciocche su Roma, nei loro continui “Can you help me with…”

Dalle 4 di stanotte piove, fortissimo, e così stamattina ho rivisto la mia idea di andare verso le collina attorno a Skofia Loka e poi sulle montagne. Il temporale è forte e mi rimanda all’idea del mio solito monsone: avrò mai un’estate di pieno sole? E così mi sono vestito, ho vestito le borse delle loro apposite buste impermeabili: stamattina ho telefonato a Milos, il gestore dell’ostello di Bled: ho pensato che sarebbe stato meglio tornare qui visto che conosco la strada, che il posto è più che decente, vista la forza della pioggia ed il freddo che sta arrivando: a tratti anche in autostrada non si riuscivo a vedere davanti a me ed è meglio guidare poco quando ci sono queste condizioni: nelle nuvole d’acqua sollevata dai mezzi uso spesso le 4 frecce per rendermi più visibili ma il traffico non è molto e sarebbe molto pericoloso, invece, fermarsi a bordo strada per aspettare che spiova. Rimarrò qui un paio di giorni, userò questo ostello che ha ormai ha per me qualcosa di familiare come base per i giri che spero di poter fare nei prossimi giorni.

Nell’accoglienza di Milos e sua moglie, nelle fotografie che mi hanno scattato contenti, appena sono arrivato, nella loro telefonata di stamattina mentre ero in viaggio, nelle dinamiche della cucina qui, nell’organizzazione di questo posto che sento in qualche modo mio, nella spesa da fare, nel cucinare e nello scrivere qui in cucina, con la fida mappa stradale al fianco: anche in questo c’è Dio, il mio, il viaggio. Anche in tutto questo c’è la meraviglia della vita.
Ho conosciuto due giovani ragazze  francesi, 22 anni: viaggiano in interrail, andranno via domattina: la loro curiosità per la mia moto ed il mio viaggio, le domande sui posti che ho visitato qui attorno stanno impegnando questo pomeriggio: fuori piove ancora e Milos aspetta che arrivino 4 ragazzi irlandesi. Intanto parliamo di lavoro e del meteo, delle strade per i miei giri e qui è come fosse “camera mia”.

Rispondo a qualche e-mail (Ciao Leo !!!), accarezzo la mappa ed una nuova idea, scelgo qualche foto, leggo le ultime di Gianvincenzo.
In qualche modo, anche se complicato, sto bene

Oggi è’ un giorno di bucato, utile per asciugare vestiti, ingrassare la catena della moto, riposare, fare una doccia calda, farmi la barba, sonnecchiare, bere vino parlando con gli altri, cucinare una zuppa calda.
In queste ore lunghe del temporale interminabile ritrovo un ritmo che pareva lontano, ormai sconosciuto.

Rimarrò qui fra laghi e montagne due giorni, anche se pioverà ancora. Come fossi rifugiato, leggo e scrivo, compongo bozze che forse non avranno mai forma leggibile.

Sotto il rumore della pioggia fitta, anche oggi, sono felice.

A presto.

 Massimo

 

 

 

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