Pondicherry

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Simpson guida deciso sfidando gli automobilisti indiani a suon di clacson e sorpassi a vita persa: a volte pare di essere nei film americani dove giovani spacconi rischiano un incidente frontale per gareggiare a chi sarà l’ultimo a sterzare. La regola è che nessuno rallenta , al massimo si suona e si l ampeggia ma nessuno toglie il piede dal gas: Manu dorme, io sudo freddo un paio di volte.

A volte si nnescano duelli di clacson con altri taci e nel disordine stradale si schivano mucche e capre a piede libero per rendere l’oltraggio di un soprasso prima subito: il tutto blaterando con me rispetto a politiche agricole, fatti internazionali, religione.

Pondicherry è quindi, invece, tipicamente indiana e la giornata va spesa fra templi hindu e qualche cattedrale cristiana che però è indianizzata fisto le statue coloratissime ed i riti non troppo fedeli a quanto il Vaticano ci ha abituati.
Favoloso il tempio di Sri Manakula Vinayagar Temple ( pure facile da ricordare, no?) fuori dal quale staziona un gigantesco elefante che intrattiene fedeli ed eventuali turisti a colpi e carezze di proboscide.

Il nostro hotel qui è favoloso: maison perumal, una antica casa Tamil gestita da indiani veramente capaci. Vecchia architettura, finiture in legno, attejzione ai particolari e…acqua calda !!
Il manager e lo chef ci tengono a raccontarci delle tradizioni e loro filosofie di condotta e gestione ( www.cghhealth.com). Lo chef, precisa, ha anche un frigorifero e sebbene mi abbia invitato a vederlo ho preferito rinunciare per bere un temibilissimo cocktail di benvenuto preceduto da collana di fiori di jasmine (fiori da tempio hindu) .

Siamo stati sul lingomare, quartiere francese, ci siamo mescolati alla gente che festosa assisteva alle riprese di un orribile film Tamil, abbiamo provato snack vegetali fritti in dubbio olio e venduti sulla spiaggia: poco sapore a parte quello di olio esausto.

La parte bella dei viaggi in india è che ci si sente famosi; la gente continua a fermarci per strada ed a salutarci. Continue richieste di foto: lui con me, poi lui e lei con me, poi loro e noi due: tutto perchè più alti e bianchi di loro,mcredo.
Favoloso il loro purissimo terrore se, nelle pose delle foto, provi ad abbracciarli osolo ad avvicinarti a loro: urla e sorrisi di paura mista a voglia di lasciarsi andare.

Mi perdo spesso a fotografare scene assurde di gente che dorme in strada, venditori ambulanti, scolaresche e meravigliosi bambini che non entreranno mai in nessun vero racconto, servizio del tg o statistica di condizione od aspettativa di vita pur vivendola invece davvero.

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