Senza titolo
Feb 20
Racconti allontanarsi, anamnesi, anamnesi sentimentale, diagnosi, empatia, malessere, massimo soldini, semantica, sintomi, telefonata No Comments
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La chiamò durante il pomeriggio.
Lei l’accolse con una voce lenta e bassa che seppe comunque coccolarlo. Lui stava male senza saperne spiegare i motivi ne le sensazioni. Fosse stato un malanno qualsiasi medico avrebbe stentato la diagnosi per il silenzio di sintomi al tocco, al colloquio. Anamnesi sentimentali impossibili per la comune medicina. Empatia: ma dove e quando? come la merce più rara od il farmaco più sperimentale.
Forse un viaggio l’avrebbe curato, ma sarebbe partito con lo zaino mezzo vuoto e male organizzato, diretto ovunque ma annoiato, stringendo il taccuino nero su cui poi già sapeva non avrebbe scritto niente.
Dentro era quindi un groviglio di nodi e ricominciava a sentirsi solo senza voler incolpare qualcuno per questo: al margine per scelta, per inspiegabilità. Sul suo tavolo lavoro accumulato e rimandato; una serie di pezzi, anche buoni, dentro cui avrebbe voluto riversare quei giorni ma che non riusciva a condensare, in cui non riusciva a catalizzare davvero emozioni reali.
Finì per chiuderne qualcuno, aggiungendo qualcosa di visto e rivisto, per esperienza, facendo crollare, dal suo punto di vista, la già scarsa qualità del prodotto.
Cominciò a fantasticare sul concetto di allontanarsi, ripetendo la parola all’infinito, deconcentrandosi da lavoro e pensieri, fino a sfibrare il senso della parola stessa, l’idea iniziale, l’utopia che l’accompagnava, il viaggiare perpetuo. Ora “allontanarsi” non aveva un reale significato ne una spiegazione semantica: ora era solo un susseguirsi di lettere e dell’idea non era rimasto nulla di buono .
Era riuscito a rovinarsi anche quello, pensando troppo, scavando e scovando. Una sensazione di vuoto pneumatico come per un tappo che salta e la pressione che scende di fretta. Che giornata, quella.
Quegli occhi verdi lo sorpresero e quel sorriso a sorpresa gli sembrò un’arma invincibile perfino per la sua giornata storta.
Eppure Lei non risolse nulla ed i giorni a seguire non furono affatto migliori, ne lui seppe riordinare quel disordine.
Lei sapeva migliorarlo e lui sapeva starci peggio sentendosi più in grado di capire e ricordare, incasellando.
Massimo
P.s. Non sono riuscito a trovare un titolo.
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