Di una notte
Nov 08
Musica, libri, foto, film, Racconti di una notte, donald fagen, empatia, massimo soldini, nightfly No Comments
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Cacciò via l’aria lentamente, dalle narici.
Ne uscì un aria densa ed acre del fumo del sigaro mal bruciato .
Adesso la città, il rientro a casa e perfino il rumore della macchina, avevano un significato diverso, forse un ritmo diverso.
La copertina del disco includeva un dj con la testa chinata di lato, al lavoro in radio, con una sigaretta ed una nuvola di conseguente fumo . Adesso si, anche quella aveva un significato differente.
Sentì la carne rammollirsi, sedendosi in auto: una stanchezza che col sonno c’entrava nulla, visto che comunque non avrebbe saputo dormire di lì a poco.
Ognuno ha le sue prigioni, le sue frasi non dette e le sue sensazioni irraccontabili, incapaci di trovare spazio su un foglio di carta, in una e-mail, nelle chiacchiere lente di una notte, vomitate anche ad un amico vero. Questo lo faceva sentire solo.
Il non aver detto tutto, anche se non per pudore o sfiducia, lo faceva sentire solo e soprattutto simile a mille altri. Ognuno, pensava, parla un po’ di tutto, a parte delle sue reali cose più intime.
A volte per mancanza di tempo, per pigrizia del descrivere e spiegare, perché è certo di non saperlo fare o perché sa che nessuno recepirebbe. Esiste un essere uguale a se stessi, così da uguale da poter raccogliere, capire con poche parole, per semplice empatia ?
Eppure ne era certo. Chiunque non dice tutto e pur sapendo il motivo del fatto non parla con nessuno nemmeno di questo stesso motivo: equivarrebbe a confessare di avere un segreto anche se il più delle volte del tutto intimo ma trascurabile.
Lui che ci teneva ad essere diverso dagli altri: quella notte era del tutto uguale a chiunque.
Piatto e depresso poté godersi solo il tepore del portone del piccolo palazzo, rientrando a casa.
Una sensazione.
Gli servì quello per avere il coraggio di fare niente, poco dopo, seduto in silenzio, passando in rassegna tutti i suoi dischi, ordinati maniacalmente, senza la vera voglia di ascoltarne qualcuno.
Sorrise da sè, pensando a qualcosa di scioccamente meccanico, aspettando il sonno.
Massimo
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