Certezze

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Il piccolo acquario nella vetrina all’ingresso, quello con l’acqua oleosa ,mi aveva suggerito da subito che qualcosa era cambiato.
I pesci grassi ed annoiati erano spariti e non avevo di certo la speranza di potermeli ritrovare nel piatto, poco dopo: nei piatti lì al cinese ci va solo qualcosa che, una volta cotto, possa diventare irriconoscibile.

Alghe ormai nere fluttuavano nella luce fioca. Le certezze servono per andare avanti, per continuare, qualunque cosa tu voglia continuare. Non è possibile perdere le proprie certezze in un giovedì di un autunno come un altro, dopo lavoro, mentre vai a dilaniarti il fegato con fritto e glutammati vari.

Un ragazzone fin troppo alto e glabro ci ha accolti all’ingresso chiedendomi quale tavolo avrei preferito.

Ecco, già da lì avevo capito che la serata sarebbe stata una brutta serata:

  1. Non devi parlare bene italiano
  2. Io siedo allo stesso tavolo dal 2004 a meno che questo non sia pieno ed allora io mangio lo stesso ma molto incazzato.
  3. chi sei tu, scusa?
  4. perché, entrando, le mie scarpe non fanno quell’adorabile rumore di appiccicato sul pavimento?!?!?!?

Il terrore si è fatto largo sul mio viso: se le scarpe entrando non appiccicano per terra il ristorante non frigge bene…se questo tipo che parla italiano non è la solita cinese che già sa dove mi siedo…il ristorante ha cambiato gestione…se mi fai notare che il tavolo che ho scelto ha l’aria condizionata a picco sul collo non sai che lo faccio apposta per non avere nessuno attorno…quindi io e te non ci consociamo, quindi le mie certezze vanno crollando, quindi devo parlarti, presentarmi, conoscere il tuo menu, capire chi sei, raccontarti di me, devo ricostruire tutto…. UN BARATRO.

Esatto, il ristorante vicino piazza re di Roma, a Roma (w la fantasia), via Bobbio per la precisione , ha cambiato gestione.

E’ come una morte da elaborare per me che dal 2004 , serata di vigilia per la partenza di un tour in auto di 30 giorni in Olanda, frequento quel ristorante godendo degli errori sul menu, dei prezzi bassi, dei cartelli affissi che pubblicizzano piatti assurdi tipo : pollo incartato alla griglia, oppure, delizia di chef fantasia tiramisù fragole, i calamali piccanti, puntine di maiale ….

Il cinesone con gli occhialini mi rassicura e cerca di calmare la mia furia e delusione dicendomi che comunque loro sono parenti di Susanna (che chissà poi come si chiamava in realtà), quella che una sera ci ha proposto di mangiare il polloMaiale e che ora ha aperto un negozio di casalinghi in altra zona.

Ma per me ormai è il naufragio, il nervosismo, il giovedì nero !

Il polloMaiale: da quel giorno ho la visione di questo pseudo volatine da cortile che svolazza col naso da suino

Tutto peggiora quando apro il menu e vedo che tutto è uguale e mi rincuoro per poi essere nuovamente depresso:  scopro piatti nuovi e quindi capisco che lo chef è cambiato.

Ho voglia di piangere e decido per poter litigare che è il caso di provare gli involtini aromatizzati: potrò dire che mi fanno schifo e far sentire i nuovi proprietari uno schifo, potrò minare le loro certezze come loro hanno fatto con le mie !!

Ripenso senza motivo alla canzone di Capossela che dice che “…i cinesi non chiudono mai..” ripenso alla vigilia di Natale, al giorno di Santo Stefano, alle altre festività in cui in effetti i cinesi stanno sempre aperti e non dormono mai: noi ci andavamo sempre, notte, giorno, alle 18, alle 10, alle 23.

Gli involtini aromatici sono pieni di maiale troppo speziato ed avvolti in una foglia di inutile insalata che avvolge la deliziosa carta di riso su cui giace delle menta.
Ma che idea è questa?!?!!? E comincio lo show, gli parlo del fatto che c’è troppo olio ovunque, che verrò lo stesso ma…

Lui si scusa, dice che parlerà allo chef che è nuovo (ha-ah! era come pensavo)  e che vorrebbe che i clienti storici continuassero a venire lì. Ora sono sazio, mangiamo sereni visto che il livello è più o meno lo stesso anche se poi ovviamente, era tutto meglio prima…

Se non saranno ripristinati quanto prima gli assurdi gadget dati in omaggio al pagamento del conto, quelli che poi giacciono nel cruscotto della mia auto per un decennio almeno, la rappresaglia continuerà !

Ma cazzo, anche questo m’hanno tolto.
Le abitudini: va bene che Roma cambia, ma se cambiano business pure i cinesi…

M’è rimasta quasi solo piazza Vittorio, i market indiani, le tavole calde dove parli quasi solo inglese…teniamo duro, è l’autunno dell’umanità.

Chiudo segnalando una meraviglia, ossia il Polygen, un sito dove ho perso notti a ridere: “generatore automatico di frasi“.

Fra varie sezioni trovate il generatore automatico di nomi per ristoranti cinesi:


P.S. se aggiornate questa pagina, ovviamente, il nome del ristorante cambierà. Se andate su quel magico sito trovate invece varie categorie fra le quali perdervi.

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2 Comments (+add yours?)

  1. LeoPelo
    Nov 05, 2012 @ 16:55:33

    Un paio di domande:
    Il cinese a via Bobbio ha davvero cambiato gestione?!?!
    Ma soprattutto che diavolo ci fai cosi fuori zona tua?!?!?
    Mi spiace nononstante fosse tanto che non andavo in quel ristorante…da quando non è neanche più zona mia, però lo ricordo con affetto… così come ricordo il negozietto di elettronica sulla piazzetta, spacciatore di cavetterie e ammennicoli vari elettronici/informatici.
    Diventato un mero negozio di cellulari come tanti altri… sigh

    Leo

    • Massimo
      Nov 06, 2012 @ 12:48:28

      Frequento quel posto da anni, come dicevo (2004). Ci vado apposta, in metro, parendo da casa mia.

      Io sono di quelli che si fa le foto davanti alle insegne “Abbacchi e Polli” e “Vini ed Oli”.
      Pensa come ho sofferto quando anche queste nuove categorie vanno scomparendo e rinnovandosi.

      P.S. Dare indicazioni stradali citando tipo : lì trovi un vini ed oli (alla romana ‘n vino e ojo) e vai a destra al semaforo (altresì detto semafero) : IMPAGABILE
      Se ti interessa puoi farlo riferendoti a Piazza Menenio Agrippa (near Piazza sempione), ovviamente Roma.

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