Quesiti esistenziali: la droga negli anni 80…ma perché ?!?!?
Giu 01
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Imprecisate amiche di mia madre la convinsero che alcuni spacciatori erano soliti mettere droga negli angoli delle pagine dei libri, giornali, riviste.
Anni 80, il tam tam non era per e-mail o facebook ma al mercato oppure in pausa pranzo al lavoro, cambiandosi alla mattina , parlando fra colleghe, commesse della Standa.
Ed io mi chiedevo: perché cazzo uno spacciatore metterebbe a spese sue droga lì sperando che tu sia uno di quegli odiosi lettori che si lecca il dito per sfogliare le pagine?
A parte la volgarità del gesto che ancora oggi (e lo vedo spesso in ufficio) che mi genera desiderio di violenza: sei uno spacciatore fallito !!!
Dovresti vendere e non drogare la gente a spese tue sperando di creare dipendenza.
E seppure tu lo facessi…dove e come ti troverò quando in crisi di astinenza, con la bava alla bocca, urlerò incomprensibili frasi all’edicolante ?
Il giornalaio reo di avermi dato le riviste drogate saprò dirmi chi sei, dove sei? Quindi i giornalai sono spacciatori o sono d’accordo con gli spacciatori?
E mia madre rincalzava: “si, ti dico di si, lo fanno pure con le figurine dei calciatori, per fregare voi bambini”
Ed ancora oggi penso: ma come con le figurine ?!?!? come ti droghi ? Le lecchi mica tipo francobollo per attaccarle ?
E per anni mi sono sentito molto più a rischio dipendenza di quelli che, sempre neglia nni 80, fra le auto in sosta, con un limone da usare come disinfettante, si sparavano in vena.
Per anni ho creduto che quel sangue impazzito, quelle facce sbiadite e quegli occhi a volte vivi a volte disciolti c’entrassero poco con la droga.
Lo spettro della droga, ovunque…ma se costava tanto..boh
Oggi costa poco, ed infatti sul serio la trovi ovunque.
Mia madre è sempre stata avanti, aveva già capito anche se poi ho sempre sofferto a non aver mai finito un album calciatori panini.
Comparavamo poche figurine e forse la droga c’entrava poco.
Al primo lavoro avuto ho comperato un album anche se ero già adulto.
Ho comperato tante figurine, scatole intere, così, per soddisfazione, per rivalsa verso chi o verso cosa non so ancora bene.
Non ho finito neanche quell’album poi.
Il gusto delle figurine, seppure non leccate ne drogate era amaro e diverso da quelle scartate anni prima, con mio padre che tornava da lavoro.
Massimo
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