Un attimo eh ?!?!

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So bene che non si inizia a scrivere con ” beh” e quindi…
eh,fa piacere leggere email in cui ci si chiede se le mie dita stiano picchiando sulla tastiera o se stiano stringendo la manopola del gas mentre sono diretto  in moto chissa’  dove.

Il fatto  e’ che devo  lavorare, purtroppo o per fortuna, e che dovreste leggermi di  più e consigliare di  più di leggere le mie pagine  cosi’ che tutto questo diventi vera pubblicazione ed in qualche  modo, senza  eccesso di prezzi,pane quotidiano.
E  poi (va bene, non si cominciano le frasi con “e”), non avendo cadenza  fissa, volete farmi credere che questo blog non sia  eccitante (presuntuoso  eh) anche per  l’estrema sorpresa di entrare e chiedersi se  avrò  scritto oppure no?

C’ho da  fa’!!!
infatti scrivo dal  metro’ di  Roma, pigiando invio alla fermata  Flaminio e senza riuscire a fare in tempo a trovare una foto…

Stay tuned (dicono quelli fighi)!!

Parole al Vento

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No, non è un errore la V maiuscola.
Ma a questo arriveremo alle fine della rabbia di oggi.

Ieri ero in metro e stavo male.
Stavo male perché dietro a me, in piedi, c’era una tipa che leggeva un libro di Fabio Volo. Continua a leggere….

Piccole bugie tra amici

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Come da titolo…

è in uscita, se non è già in sala, cotanto film il cui sceneggiatore e regista è Guillaume Canet.

Ecco, più che altro, visto che il film non l’ho ancora visto, c’è da scrivere per constatare che Marion Cotillard è bella sul serio e che quindi merita un posto nella nostra categoria “Venere, Bacco e Tabacco”, che con l’aggiunta di Moto, completano il set dei piaceri della vita. Continua a leggere….

Barbiere

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Sento il collo stretto.
Il blu intenso del telo mi copre da lì alle gambe.
Allacciatura alle spalle, come una camicia di forza…

Accarezzo le crine del cavallo: la superficie levigata del ferro “scolpito”, ormai scolorito da altri come me che ci hanno passato su le dita, nella speranza di distogliersi, che il tempo passasse in fretta: altri uguali a me.

E’ sabato mattina e sono un bambino.
Uno qualsiasi, con un taglio osceno di capelli, un sacco di cose non dette, sullo sfondo sfocato di una Roma anni 80: motorini, vespe, “vini ed oli”, “polli ed abbacchi”, l’officina sotto casa, il mercato di quartiere.

Mi prende il viso di forza, come fosse di ferro anche il mio collo, mi gira e rigira mentre raschia col pettine come a scavare, mentre taglia deciso ignorando quello che avevo cercato di spiegare poco prima. Quello che volevo, come immaginavo..figuriamoci …
Quanto può essere attendibile un bambino seduto sul cavallo del barbiere? Continua a leggere….

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