Bikaner

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Lasciando l’hotel il tipo della reception mi ha chiesto di scrivergli qualche frase in italiano così che lui possa dare un migliore servizio ai turisti e che possa, un domani, imparare la lingua e venire in Italia.

Il nostro autista è puntuale e ci fa trovare una macchina pulita anche se, ci dirà poco dopo, che è stato costretto a dormirci perchè la guest house non aveva posto.
In realtà credo che il più delle volte dormirà in macchina pe risparmiare ed intascarsi i soldi destinati al suo pernottamento.

Non ha bagaglio e quindi non si cambia i vestiti ma è ordinato ed assolutamente pulito: mistero assoluto anche se la barba che via via va ricrescendo ci fa pensare che prima di incontrarci abbia avuto un servizio completo dal barbiere per poi lasciarsi andare.
Fra le altre cose per la sua religione non dovrebbe tagliare ne barba ne capelli ma dice che il lavoro gli impone di farlo. (religione Sikh)

I barbieri meriterebbero un capitolo a se: praticamente lavorano in piena strada e con rasoi che credo abbiano almeno la mia età. Credo che un taglio con quella lama equivalga ed infezioni certe. Così nella fanghiglia della strada, fra polvere e clacson, alcuni seduti su sedili improvvisati con sacchi o vecchie sedie rattoppate, si lasciano coccolare dal servizio esperto dei baffuti barbieri.

Il paesaggio è cambiato. C’è molto verde e continuo a pensare che una forma di agricoltura sarebbe possibile. È cambiata anche la specie delle mucche che ora hanno una gobba dietro la nuca. Qualcosa che onestamente non credo ci sia in Italia.
Sono cambiati anche i tratti somatici della gente. Direi che qui si tende a qualcosa di simile al nord Africano e credo che il tutto sia il risultato di vecchi domini Mogul, Turchi o comunque Musulmani.

Le strade sono migliorate anche se i limiti di velocità sono di 90km/h causa animali che spesso stazionano a centro strada.
Qui i lavori stradali includono anche mezzi meccanizzati ed i risultati si vedono !
Vengono impiegati animali da lavoro: rari elefanti e moltissimi cammelli.
Le piccole cittadine che attraversiamo sono come i quartieri di quelle più grandi ma qui c’è una forma di pastorizia anche se poi, parlando con l’autista, abbiamo capito che le stranissime regole di relazione con gli animali non permettono di allevarli, mangiarli e sfruttarli in pieno.
Le mucche qui sono usate come animali da lavoro ma solo una volta al mattino presto ed una il primo pomeriggio.

Lungo la strada chiedo notizie di un paio di incidenti che coinvolgono camion: Amrik ci ha spiegato che gli autisti guidano fino a 5 giorni e 5 notti di seguito: la miscela di stanchezza e strade a tratti totalmente sterrate e piene di buche con l’aggiunta di animali che in quanto sacri girano come vogliono creano un inferno stradale.

Bikaner, città dove siamo diretti, è molto piccola ed ha numerose porte di accesso fra città nuova e vecchia. Un solo monumento da vedere ma spettacolare: il forte Junagarth, residenza del Maharaja.
Favolosi giardini e stanze ornate da pitture e specchi. Stanza da letto elaborate, vestiti, museo delle armi e quello che oggi è uno dei custodi che in realtà era un inserviente del Maharaja stesso !
Gentilissima persona, distinta infatti da tutte le altre, ci avvicina con il sorriso ed un discreto inglese. Non chiede soldi ne mance come molti altri, si offre di farci foto e mostrarci sale chiuse per le quali è necessario un biglietto che è difficile comperare: all’ingresso è mal descritto e visto che le stanze sono nascoste e non fanno parte delle sezioni della audioguida, nessuno ci passa.

Audioguida evitata  come al solito: le sconsiglio sempre a causa della noia, del poco igiene delle cuffie e della voce romanzata da idiota dell’attore che puntualmente viene ingaggiato per pronunciare ridicole altisonanti frasi.
Ci fa foto sfruttando il riflesso degli specchi, ci racconta di come tutto era. Anche dopo la caduta ufficiale dei Maharaja molte persone hanno continuato a riconoscere loro uno status da regnante: fino al 1988( da verificare però) afferma che lui fosse lì al lavoro.
La stanza da letto del Maharaja ha un letto piccolissimo: l’uomo ci spiega che il motivo è che il Maharaja dormiva con metà corpo giù dal letto per potersi alzare subito e combattere in pochi secondi ( spade sotto il letto bassissimo da terra): il tutto a seguito dell’omicidio del Maharaja di Jaipur e conseguente riunione dei colleghi.

Ampia la sezione del museo delle armi dove troviamo come al solito indiani contenti di poterci mostrare i loro ingegnosi trucchetti: bastoni da passeggio che diventano pistole, pugnali che infilzati si aprono in 3 lame, pugnali che integrano una pistola, spade e fucili.

La giornata oggi sarà più corta. Dopo il forte , veloci in albergo e poi un giro da soli, nella città vecchia: un dedalo di vicoli strettissimi con costruzioni simil medievali e muri elaboratissimi. Oggi il quartiere è per lo più abitato da sarti e tintori: è da notare come qui le donne siano trttate più umanamente ma comunque un po come imponeva la  nostra cultura popolare qualche decennio fa: non fanno lavori pesanti, gestiscono figli e casa e sono gli uomini a lavorare nelle botteghe.
Le persone sono più organizzate e le città di conseguenza anche se non manca traffico e sporcizia: qui gli odori di spezie sono forti e nelle bancarelle per strada viene voglia di rischiare anche se alla fine desistiamo.

L’hotel di oggi è ricavato in una struttura antichissima a mò di palazzo reale, piscina, giardino e discreto servizio. Peccato manchi l’acqua calda e che stavolta la chiusura con il mitico lucchetto sia oltre il concetto di difficoltà.
Ottima la cena anche se siamo stati costretti a chiedere di ricuocere lo squisito pollo visto che era praticamente crudo. Favolose le lenticchie gialle stufate (dhal) da mangiare con il naan( pane che è possisibile avere sempice, al burro, all’aglio).
Consigliatissimo il vegetable byriani ( riso di forma allungata con spezie e mix di verdure) : importante non masticare i chiodi di garofano interi causa sapore fortissimo. Tuttavia, come ho già detto, la cucina per ora non ha riservato grosse sorprse o differenze con la reale indiana mangiata altrove, anche in occidente.

Sorprese che arriveranno a colazione: pane tostato , burro e marmellate che paiono gomma da masticare visto il sapore fruttato fortissimo ed artificiale, due uova strapazzate ( le troviamo sempre cotte con latte che qui è vero latte, quindi dal sapore molto forte) e dei cerali al cioccolato che ordiniamo in una ciotola, volutamente senza latte: nella ciotolina però ci sono piccolissimi ma numerosi insetti

Siamo stanchi, parecchio; il viaggio prova anche per il livello di attenzione da tenere sempre altissimo.
Alcuni esempi ?

  • Fare la doccia, quando raramente c’è acqua calda, tenendo occhi e bocca serrati per evitare infiltrazioni di acqua;
  • lavarsi i denti con acqua imbottigliata;
  • camminare al caldo;
  • traportare sempre zaino con acqua;
  • mangiare tardi ( dipende da quanto possiamo trovare un posto “decente”);
  • dormire poco per riuscire a partire presto e raggiungere in orario utile la nuova città ( spesso i monumenti chiudono alle 17 )
  • spruzzarsi continuamente, e dico continuamente, spray antizanzare

Così per una volta decidiamo di dormire almeno 9 ore e quando chiedo ad Amrik se pensa che andrà bene partire domattina per le 9 circa lui ondeggia la testa come faremmo noi per dire così così. In realtà per gli indiani quello vuol dire SI !
Spesso ci siamo trovati infatti ad agire insicuri per il “così così” risposto ad una domanda (posso entrare nel tempio?, per esempio) ed a venire esortati per agire. Dopo qualche giorno abbiamo capito che quello che per noi è il gesto di “così così” , qui è un chiarissimo SI.

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