Calma

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A Roma c’è un vento che non fa il paio con il maggio che ti aspetteresti.

Passeggio comunque al sole caldo di dopo pranzo e mi piace farlo in quelle strade appena fuori dalla confusione della stazione centrale.

La calma di queste vie diventate ormai una fusione imperscrutabile fra vecchia città e localini tradizionali, nuove scalcinate botteghe, coinvolte in infiniti lavori di ammodernamento portati avanti da persone di ogni razza che provano a radicarsi, impiantare un commercio quasi sempre diretto ai loro stessi conterranei per un discorso che mi fa comprendere ancora di più che una vera integrazione è ancora lontana decenni, che si continuano a creare ghetti per volere stesso dei ghettizzati.
E’ giusto che si mantengano le distane culturali, che ci si mescoli per poi tornare “in proprio”: le tradizioni, le cucine, le religioni.

Seduti sui secchi di vernice bevono tè o parlano tranquilli: senza tempo è qualcosa al quale non siamo abituati. Quelle chiacchiere svagate, quei loro lunghi silenzi in un ambiente disadorno, in preparazione per future attività, mi porta ad una calma che non riconosco più, che era propria dei pomeriggi di fine maggio, da bambino, quando la fine della scuola incombeva e nel vecchio cortile sotto casa potevo giocare più ore.

Io cammino lento, indago, scruto senza essere invadente: sguardi veloci ma attenti fra vecchi banconi, calcinacci, strumenti di lavoro improvvisati, vetrine con suppellettili evidentemente di risulta da altre esperienza proprie od altri. Si parlano lingue diverse nel quartiere, c’è stato quindi quel mix culturale del quali tanti parlano, blaterando anche, affannandosi.

Invece c’è stato il cambiamento, la mescolanza, il minestrone cultura: con calma, ed in certi quartieri come questo si percepisce al naso, agli occhi, si percepisce così tanto che pare d’essere in vacanza, cercando un posto dove assaggiare, rifiatare dalla canicola, dal sole secco che ti picchia in testa mentre con la mappa cerchi di organizzarti le prossime ore.

C’è calma, è maggio, mi sembra d’essere in vacanza pure se poi rientrerò in ufficio. C’è un vento strano oggi a Roma, è forte e caldo, cammino scegliendo una direzione, così che mi spinga la schiena.

Vado avanti, con calma.

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