Prodromi di un viaggio verso nord

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Una settimana di decompressione nella piccola fattoria di famiglia è servita a disconnettermi dal lavoro, a godermi qualche giorno con mia madre, ad essere più consapevole che il tempo non sarà poi così clemente.
Mi sento soddisfatto di me, per le idee che vado inseguendo rispetto al progetto maximo di cambiare lavoro ed in grossa parte vita; certo potrei dimagrire e sentirmi migliore ma per ora mi affido a qualche km in bici per dirmi che si, miglioro, faccio di più, mi do una mossa.
Pedalare nella piccola contrada di Melfi rilassa la mente, prepara il corpo e come in Vespa, andando piano, lascia scoprire angoli ed aspetti che in auto non avevo notato. Su per le salit silenziose mi rassegno positivamente, insisto, rilasso le gambe quando il fresco del mattino mi sorprende nelle breve discese; fra le gole del fiume reso secco dall’estate e da una furia consumistica della zona che dovremmo combattere con più forza, ritrovo i pensieri migliori fra pallacanestro e progetti per il viaggio. Così spingo sui pedali, penso al volo, ad un quintetto da mettere in campo, a prenotare il parcheggio, al fatto che posso farcela, che non ci vuole poi tanto coraggio a cambiare quel che non mi piace né ce ne vuole per la prossima salita. Sto meglio del previsto.

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