E’ finita un’altra stagione: balle!

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balle_di_fieno

Poi mi ricordo il fresco della mattina d’estate, quando mi svegliavo presto e mi godevo il silenzio della campagna mentre in casa c’era solo nonna e la scuola era finita.

Così ancora intontito dal sonno, appena sveglio fra noia e nessun motivo, seduto all’ombra del patio, mi stupivo di quel fresco impensabile considerato il caldo del giorno pieno.
Mi lasciavo cacciar via dal sole e rientravo per colazione: Roma era già lontana e spendevo le serate fra tv e radio, pensando a quale lavoro avrei potuto fare per pagarmi la moto, qualche viaggio. Ero convinto sarei rimasto solo e che non sarei stato nemmeno triste. Non felice, ma nemmeno triste.
Semplicemente rientravo in cucina e parlavo un po’ con nonna fissa davanti alla tv con quella sua vestaglia a fiori che portava così spesso che ormai non so nemmeno più se avesse o meno altri vestiti.
Stamattina ho risentito quel fresco, esattamente quello, mentre ero al binario 3, mentre con gli occhi appiccicati mi nascondevo dal sole dietro una colonna del sottopassaggio. I papaveri dei binari sono già andati via, non è più il loro periodo: ogni anno è come se venissero in ferie un paio di settimane, come se la linea dei binari fosse il loro lungomare e loro i tedeschi anni 80 della riviera romagnola.

Adesso invece sono arrivate le balle, “i rotoloni”, è il loro periodo. Lungo le curve della contrada ogni campo pare una scena preparata per una foto foto con un albero fiero, forzuto e verde sullo sfondo.
Io invece mi sento un po’ stanco e quegli alberi forzuti mi spingono solo a fare promesse che poi non manterrò, tipo correre, fare esercizi prima o dopo cena (non importa la soluzione perché tanto poi troverò comunque una scusa).
È finita un’altra stagione di pallacanestro e come ogni anno arrivato a questo punto ho una sorta di nausea mista e riflessi condizionati: così mi pesa progettare gli ultimi piani allenamenti eppure cerco di star vicino ai ragazzi per ragionare sulla prossima stagione. Rifuggo telefonate e serate giù al campo.
Sono imprigionato in una dicotomia emotiva, come ogni anno, anzi, come in ogni stagione.
Avrei bisogno di un giro in Vespa e di provare la nuova macchina fotografica, di fotografare le balle, di gustarmi quel fresco di mattina, di fare colazione assonnato, di sentirmi, dopo, affamato, di avere tempo, di leggere un po’.
E’ finita un’altra stagione di pallacanestro, non vedevo l’ora. Balle, sabato invece ricomincio appunto una nuova avventura.
C’è bisogno di rilassanti e rassicuranti balle insomma, ma quelle giuste, non le bugie.
p.s. sarò un albero forzuto. Magari come meno chioma per ovvi motivi, ma sarò forte.
p.p.s. si pubblicherò anche le foto prova con la nuova macchina fotografica.

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