Hanoi, istruzioni per ľuso

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Hanoi è grigio e poi verde intenso.
È classicamente asiatica già fin dall’aeroporto dove il caldo ti aggredisce fuori dalle porte scorrevoli. 34 gradi di media con umidità mai sotto ľ 80% con punte oltre il 90.

Per tutti i 30 minuti necessari ad arrivare in hotel (prenotato via booking.com a 17 euro colazione inclusa) non ho visto altro che grigio e verde, operai in pausa sotto un sole cocente, coperti dal classico cappello vietnamita, accosciati alla asiatica.

Il cielo pare basso ed è dipinto grigio dal caldo e dall’umidità conseguente: no, non è negativo ne troppo opprimente. Questo è il sud est asiatico, questa è la sua maniera di proteggerti dal sole diretto, questo è anche il suo modo di insegnarti quando uscire e quando invece rimanere a rifiatare.
In aeroporto, ma non ai primi timidi assalti di tassisti e venditori vari, si possono cambiare soldi e prenotare escursioni tramite piccole e disponibili agenzie di viaggio che comunque è possibile trovare, in schiere, nelle piccole vie del centro della città vecchia.
Sapa, per giorni di escursioni in montagna, oppure mare, nella baia di Halong, considerata, come ho poi avuto modo di verificare, una delle meraviglie del mondo.
Come letto su internet e visto di persona, sotto i 150 dollari per 1 notte e due giornate fra navigazione ed escursioni (comprese nel prezzo), non è facile prenotare qualcosa di veramente sicuro, divertente e completo. Ci sono parecchie barche di diverse dimensioni, parecchie opzioni e quindi parecchi prezzi: 160 dollari a persona per una cabina al secondo piano, due giorni, 3 escursioni, una guida che parli un inglese sgangherato, pasti completi e bevande escluse (Legacy cruise, la compagnia, per la cronaca).

Hanoi è un meraviglioso e non troppo grande dedalo di vicoli sudici e rumorosi, un accozzaglia di case strette ed alte alle quali si accede da ingressi inspiegabilmente microscopici dai quali passereste a fatica con un pacco tenuto in mano. Mi sono riproposto di chiedere la ragione di questa scelta architettonica.
Si vive più che altro in strada: si mangia, si commercia, ci accattona, si cucina e ci si riposa dividendosi fra asfalto e marciapiede, uno spazio che per noi occidentali è impensabile e che per loro è invece il comodissimo centro del tutto.
Le strade sono per lo più piene di piccoli negozi di cibo, a volte confezionato e nella maggior parte dei casi “fresco”, bevande, anche alcoliche, sigarette con inquietanti avvisi circa i danni del fumo, cappelli e cesti in vimini, utensili di dubbia utilità e costruzione come alcune scope dal manico cortissimo che avevo già avuto modo di vedere in India.
È facile perdersi, ma senza drammi: strade molto simili nel nome e nel, paesaggio urbano, vicoli che di giorno ospitano negozi che alla sera diventano ristoranti. Dove c’erano oggetti vari, ora compaiono minuscole sedie, fornelli da campo, grasse e nere padelle dove sfrigolano noodles oppure carne. Impossibile prendere punti di riferimento visivi per via del continuo cambiamento dei negozi e dei suppellettili annessi. Di notte, ovviamente, tutta la merce viene rimessa al suo interno insieme ai venditori: se non abitano sopra al negozio, ci abitano dentro, dormendo di fortuna fra padelle e scatoloni.
Ho mangiato spesso spiedini comprati a bordo strada, economici e gustosi pure se piuttosto grassi e speziati: evitate le salse per via del loro sapore a volte dolce a volte forte e per via del fatto che sono tenute aperte lì in strada con insetti che gironzolano.

Meno economica delle altre città asiatiche è comunque molto agevole per le tasche di un occidentale. Il vietnam dong è moneta piuttosto debole: 1 euro corrisponde a circa 24000 vietnam dong così che occorre fare attenzione nei conteggi per i pagamenti perché i numeri sono alti per le nostre abitudini e perché le banconote sono molto ma molto simili fra loro. Non esistono monete visto che anche con la banconota di taglio più piccolo (1000) non riuscirete a comprare nulla: una bottiglietta di acqua costa in media 20000 vietnam dong, uno spiedino di pollo o maiale comprato a bordo strada costa invece 10000.
Una cena in un ristorante decente con sedie e tavoli (a misura occidentale) costa ľequivalente di 5 o 6 euro a persona.
Già, la misura occidentale: qui tutto è stretto e basso: sedili, seggiole, tettoie dei mercati, specchi, tavoli. Tutto a misura di bambino. Facile trovarsi a mangiare seduti su piccole sedie che noi useremmo per bambini sotto i 10 anni.

La strada è disordine bellissimo, traffico ed un vespaio di motorini
che infestano ogni angolo della sede stradale, marciapiedi compresi. Il motorino è il mezzo più usato per via dei costi delle auto e della benzina. Le persone li usano per spostarsi o per trasportare mediante strutture di ferro posticce, merci di volume e peso impressionante. 5 persone su una sella, intere famiglie, neonati compresi. Le donne guidano completamente coperte da una sorta di giubbino per moto, di cotone, con cappuccio. Giubbino completo di copri mano: le ragioni sono il caldo ed il fatto che la pelle lattea, in oriente, è considerata molto bella (sono bellissimo anche qui quindi!!)
Il traffico non ha regole e come in india il clacson viene usato per avvisare, sorpassare, comunicare, segnalare, festeggiare, salutare: le prime ore in strada saranno di nervosismo e preoccupazione perché si penserà di essere di intralcio. La realtà è che tutti intralciano tutti visto che tutti vanno in ogni direzione in barba anche al senso di marcia: basta suonare per avvisare, no?

Le donne lavorano e gestiscono praticamente ogni attività anche se poi formalmente la società sarebbe fortemente patriarcale. Forse questo reale essere presenti e protagoniste delle donne deriva dal fatto che gli uomini, negli anni passati, erano impegnati nelle guerre: fra assenze e decessi forse la società si è mossa in questa direzione pratica.
Mentre scrivo, in ritardo, sono in Laos, a Luang prabang ed aggiorno quindi il blog per ora senza foto.
Manca qualche foto (scattate a centinaia per le gallerie che poi pubblicherò al ritorno), ľelenco di cosa vedere ad Hanoi, il racconto della baia di Ha Long e ľarrivo qui in Laos. Cercate di capirmi: qui, per esempio, ogni giorno, la corrente elettrica manca per qualche ora e le cose da fare e capire sono tante. Per fortuna

 

 

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