Le zucche vuote, le giornate da meditazione ed i raga Indiani

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Ravi Shankar

Stamattina penso alle zucche vuote, nel senso di teste vuote. Ci penso su perché come assistente  coach sono nella bufera dopo che il mio capo si è dimesso senza motivo, causa di polemiche di alcuni uomini molto piccoli e di persone che gli si dicono amiche, che lo chiamano riferendo questo o quello e che in realtà perseguono il loro obiettivo di sentirsi approvati, migliorati dall’aver spiato frasi purtroppo, temo, a volte, male interpretate.

Fatto sta che vittima degli eventi si è dimesso, sacrificato da se stesso sull’altare di giocatori polemici e di altri amici che poi rovinano il gran lavoro che società ed io stavamo facendo per ricucire lo strappo. Così, come ass. Coach sono nella bufera e devo decidere cosa fare a fronte però della rinnovata fiducia che la società mi ha rimarcato stamattina per via telefonica.

sitar and parts

La zucca vuota mi fa pensare al Sitar, strumento indiano dal manico lungo; uno strumento che ha appunto la cassa armonica ricavata da metà zucca vuota, ricoperta poi da una lamina di legno. uUno strumento a più corde, alcune delle quali suonate per risonanza simpatica ossia per la capacità di vibrare, appunto, per riflesso delle onde sonore emesse delle altre. Gli indiani le chiamano le corde degli dei perché vibrano senza essere toccate.
Ed al sitar ci penso perché oggi occorre meditare e quando medito, prima di appuntamenti importanti ascolto sempre muscia indiana, che sia di sitar oppure delle tabla, i tamburi indiani.
Se si pensa al sitar non si può non pensare a Ravi Shankar, scomparso purtroppo nel 2012, emblema supremo di questo strumento e degli infiniti raga indiani, i pezzi musicai che vanno anche oltre 30 minuti, da ascoltare sognando oppure rivivendo viaggi in India.

Shankar che fu etichettato come il Godfather, il padrino, del sitar dal Beatle George Harrison e che è padre di Norah Jones, forse ingiustificatamente più famosa del geniale padre. Di certo ricorderete la Jones perché passata alla parte alta delle classifiche musicali ed alla fama per Sunrise, amabile canzone pop.

Così medito, penso a zucche vuote, ascolto Ravi ed il suo sitar aspettando che passi la pioggia di Roma, la tempesta di basket e che, spese onerose a parte, torni ad avere la mia macchina ricoverata dal meccanico da prima di Natale scorso.

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