Un anno, poi un altro: bilanci, progetti, il freddo vero ed un viaggio lontano.

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E così è inverno, quello vero, col cielo pulito ed azzurro come la mia camicia che non trovo mai il tempo di stirare.
Natale è andato, capodanno, o meglio la fine del 2014, ci cadrà addosso e non sapremo ancora accorgercene. Il freddo fa camminare in fretta le persone e le fa camminare chinate in avanti, senza un vero motivo, come se questo potesse poi riscaldarle.
Su web raccolte di foto e stupidi video dei social network: riassunti senza parole di un anno che chi l’ha vissuto s’affanna a dire che è stato speciale. Tutta quest’ansia di dimostrare la felicità forse non è altro che la dimostrazione che è proprio quella a mancare.Fine anno, tempo di bilanci, ma conosco più persone per le quali forse è tempo di bilancia visto quello che hanno mangiato nei giorni scorsi.

Ed io? Io “niente”, o forse tutto, che è meglio e più vero.
Del 2014 non butto niente e mi tengo tutte le esperienze di vita vera che mi hanno portato a  stamattina anche se da ieri sera mi sento di merda e se stamattina alzarmi dal letto è stata dura.
La piccola Yaris ha nuovi problemi e così fra soldi spesi e delusioni non so se mi accompagnerà nel 2015: per ora mezzi pubblici e così tornando dal campo di basket, verso mezzanotte, malumore e preoccupazione spadroneggiano.
Ieri notte il freddo mi tagliava le orecchie e l’autobus giocava a ritardare come le donne più belle. Sotto la doccia calda ho riassunto la mia giornata, un anno.
Ammetto, stamattina mi sento svogliato ed un po di merda, detto così, per riassumere al meglio e rimanere in tema di bilanci che poi a me, poi, non quadrano mai.

Ma ho un viaggio, nei prossimi giorni: Atene, la prima democrazia. Questo viaggio ha un senso speciale, un sapore particolare, il significato di un progetto importante, di un nuovo corso tutto da vivere, scoprire. Anche se a volte spaventa, come stamattina, e non so gestire. Come al solito, me ne renderò conto andando, facendo, scoprendo e parlando. Tornando.
Malinconia e nostalgia..ci avete mai pensato? Ecco, sono diverse. Io soffro di malinconia e di questo viaggio sono felice ed orgoglioso.

E poi c’è un idea, più grande, ma solo se poi questa più piccina funziona al meglio. Un viaggio, lontano, a casa di Dio.Map_of_Nepal
Poche parole per un progetto più grande ed ambizioso, per tutte le bozze che non ho finito di sistemare, per tutte le pagine che scriverò nei prossimi mesi, anni, perché no?
Poche parole che non spiegano e forse nascondono un po’ i mesi scorsi, che investono su quelli a venire. Scade un anno, ne comincia uno nuovo: io non penso ai bilanci, penso agl investimenti perché nell’economia vita sono gli investimenti quelli in cui credo.
Si, non ho soldi eppure investo.
Un viaggio, lontano, riassunto qui sul blog in poche parole. Un viaggio a casa di Dio: Lumbini .

1024px-BirthplacebuddhaLumbini, la città natale di Buddha.
Voglio andare a trovare Dio, in qualche modo, a casa sua: voglio scontrarmi con il massiccio dell’ Annapurna, camminare per ore lassù.
Non so ancora se sarà possibile e soprattutto fra quanti mesi ma l’idea del viaggio già mi avvelena e risveglia quel tarantismo, quell’impossibile restare fermo.

Ho un paio di guide sul mio comodino, un po di disordine interiore, qualche paura che troverò il coraggio di raccontare, del lavoro da sbrigare, l’odore del caffè su quella mie dita che stamattina hanno aperto la piccola macchina del caffè.
Ho km da immaginare, informazioni da reperire, borse da preparare.

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