Definire

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Ipertrofia della mente, sangue impazzito.
Emorragia di parole, meravigliosa ferita, grande salto, vertigine della mente, ragionamento che non torna.
E’ un abbraccio da dietro , un bacio dato di striscio , 100 km percorsi solo per avere 5 minuti.
Una notte spesa a guardare il soffitto, una fumando assonnato, in macchina, mentre vai al lavoro con la barba incolta.

E’ un viaggio, lontano, l’odore dell’aria il sabato mattina, in motorino, con Roma che pare di 20 anni fa.
E’ una maglietta fina, estiva, un paio di jeans ed il giubbotto.
E’ anche le mattine col cielo arrabbiato il telefono che non squilla, mille perché, ragioni che non trovi.
Amniotica sensazione, dolce appartenenza, meraviglioso prendersi cura  e sentirsi curati .
E’ senso di possesso, scambio, comunione di carne, è il ritrovarsi con abitudini non tue, rivederti dentro quotidianità altrui.

Un desiderio spinoso, una proiezione continua, lo sguardo fisso sul monitor, un sorriso fra il demente ed il sorpreso, esibito a sproposito.
La spinta per fare, un vestito elegante, la barba rasata con linee perfette. Una camicia nuova; è vestirsi con cura.
Un posto dove cenare, un bicchiere grosso e tondo pieno di vino rosso.

E’ lento come le chiacchiere della notte, lento come le ore di quando stai bene.

E’ la sera, guidare in silenzio, con la musica che canta qualcosa che non senti o non riconosci. E’ guidare e gustare il rumore del motore senza una vera logica, ripensando, avendo paura.
E’.. quel “ti prego, fà che sia sul serio!”, detto a denti stretti, diretto ad un Dio che non conosci…
Generosa ossessione, bisogno violento, crisi d’astinenza mortale.

E’ la notte passata a veder film, almeno 3, è la mattina dopo, al lavoro, di corsa….
Certe volte è un bene rotondo, pieno, deciso come il gusto del caffè , altre volte è male, profondo, nero, come un cancro, un pozzo, è sentirsi scivolare, traditi, sentirsi stupidi inadeguati, piccoli, fuori luogo.

E’ quei giri in moto dove poi ti fermi con la faccia al sole e ti senti l’uomo più fortunato e furbo del mondo, è quel pranzo senza fretta attorno al lago o semplicemente in macchina, mangiando panini annaffiati di birra.
Certe volte è il ricordo, che fa male, che squarcia ed urla, certe volte è delusione nera, è sentirsi sprecati,  è rabbia, dolcissimo senso d’abbandono, è la fine o un principio, è un futuro ritorno, anche se poi magari non funzionerà e sarà peggio che mai.

Certe volte è sangue caldissimo, ferita profonda, è una sigaretta di mattina presto, fumata mentre fuori c’è cielo livido e Roma ancora riposa

Ingoiare sentimenti, rimandare affari, posti, persone. Credere che nessuno potrebbe approvare o almeno capire, e così ti rifugi dietro a nient’altro che te, il lavoro, una telefonata breve a tua madre :”si, và tutto bene, sta tranquilla”. Anche se poi, non ci credi nemmeno tu.
Litigare con le parole, ingoiare la lingua, il solito tempo che non hai speso.

 

Massimo

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