Svuotati – una notte di ottobre 2013, il 2
Giu 30
Deliri notturni amarcord, massimo soldini, svuotati No Comments
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Ci sono sensazioni ed oggetti nei quali ci si può rifugiare, pensandoci, specie in certe sere, tipo ieri.
Ci sono serate in cui sentirsi svuotati e delusi sembra un irrinunciabile dovere e così anche le sensazioni sul fondo dell’ amarcord vanno sparendo, e lo fanno a braccetto con la convinzione di averle davvero capite, assorbite oppure addirittura vissute.
Cose, odori e sensazioni che scopri sfocate e lontane proprio quando invece le cercavi per sollevarti ricordando: si rimane convinti di avere tutto e tutti a portata di mano e tanto più una situazione, un oggetto, una persona fa parte del nostro quotidiano, tanto più tendiamo appunto a considerarla vicina, disponibile ed alla fine a perderla.
L’idea della disponibilità e quotidianità ci porta a non memorizzare, a rimandare i momenti, a non apprezzare le sfumature che invece cementerebbero il ricordo, il viso, o l’odore in questione.
Sensazioni vive come la mano dura e nodosa di mio padre che stringe la mia, passeggiando su quella via in discesa, fanno da contrasto ad abbracci trattenuti: ho lasciato che mio padre morisse senza averlo mai saputo abbracciare.
Adesso è tardi e non posso rifugiarmi in quello ne in altri pensieri più leggeri e svagati, pure se estemporanei
Ma ho altri esempi di baci mai dati ed abbracci trattenuti, viaggi rimandati, uscite posticipate. A volte per scelta, altre per situazioni alle quali mi sono abbandonato stupidamente impotente o per evitare incomprensioni.
Così come ho esempi opposti in cui sono stato passivo e non proprio attore: era quindi qualcun altro a rimandare, non capire, considerare “quotidiano” e quindi a finire per avviare il meccanismo di “dimenticare”, “perdere”.
Così ci sono persone nelle quali, come nelle situazioni e nei ricordi, vorresti rifugiarti, certe sere, e che invece finiscono col farti sentire svuotato e col farti vedere, soprattutto, tutto sfocato.
Un odioso effetto a catena che ti fa vedere tutto da buttare e sbagliato: se non funzionano nemmeno i ricordi futili, gli amici, allora hai sbagliato, ti sei perso e più che il capo del filo ritrovi solo il groviglio del gomitolo.
Ed allora finisci a guidare lento, fumando con gli occhi sbarrati, mentre macini chilometri senza ricordarti di aver passato quel tratto di strada che ormai è dietro le tue spalle da parecchi minuti.
Già, quel tratto di strada che percorri quotidianamente e che non focalizzi veramente finché non lo percorrerai più , finché non scoprirai che ti manca, che era teatro di sensazioni ed odori, anche sgradevoli, ma parte di un tuo quotidiano.
Ci sono cose quindi, sensazioni od abitudini, che hanno lo stesso destino di alcune persone: essere inconsapevolmente dimenticate.
Il problema è tutto relativo alle persone visto che le cose e le sensazioni non avranno coscienza ne delusione, anche se so che il tratto di strada che ho guidato e non ho “vissuto”, qualche km più giù, forse un po’ di merda c’è anche rimasto.
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