Traiettorie
Lug 31
Racconti alfredo e ada, caffè novecento, massimo soldini, traiettorie, wonderool No Comments
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Esistono traiettorie perfette.
Pensate a quella di un pallone che entra in rete, magari proprio nel calcio di rigore decisivo, quello dei mondiali di calcio. Pensate ad una palla che danza sul cerchio e poi decide di entrare: pallacanestro, grida, ultimo secondo, una partita vinta.
Pensate a quella curva, penellata alla perfezione, guidando una moto su per i colli dai quali si vede quel lago. Oppure pensate semplicemente alla strada di casa: in quelle notti che avete pianto, sofferto o viaggiato, la traiettoria perfetta era quella, la strada di casa vostra.
Una delle mie traiettorie perfette è qui a Roma ed mitica, perfetta proprio perché essenziale: in pochissimi metri racchiude l’estremo il senso filosofico di una città, di un modo di vivere e ricordare.
Così potreste partire di buon mattino, il che significa , per me, non prima delle 9: potreste fare colazione al Caffè Novecento, un caffè retrò proprio nel centro di Roma: un caffè non all’italiana: dolci fatti in casa ed elaborati cappuccini uniti ad una buona scelta di the .
Così potreste nascondervi nelle sale “francesi”, ascoltando musica francese (stereotipata) di sottofondo. Appena poco più avanti c’è Wonderfool, di cui ho già parlato: centro benessere (costoso) ed antica barberia abbinata: rasatura vecchio stile per perdere tempo facendosi coccolare fra pennelli, saponi da barba e riviste quasi gay in realtà più interessanti e meno freak di quanto non possa sembrare ma sempre meno di quelle “da donna”.
“Per due punti passa una sola retta” e le traiettorie diritte non sono perfette perché ingessate, poco morbide quindi: allora ci manca il terzo punto sulla mappa, la terza tappa: Alfredo ed Ada. Trattoria vecchio stile, ormai decaduta dalla modernità, dalla morte della mitica Ada una donna che ricordo solo lì nella piccola cucina, con le mani sporche di sugo: una donna vecchia cuoca che fuori dalla sua cucina perdeva di senso e forse non esisteva affatto.
Ancora per un po’ sarà un posto mitico e per pochi esperti in grado di apprezzare le vecchie foto , la cucina semplice e saporita, i muri ricoperti di legno, le panche dove mangiare con gente estranea condividendo battute, vino rozzo della casa, che sia bianco oppure no.
3 punti, 3 tappe in appena 300 metri nel centro di Roma.
Traiettoria perfetta
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